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A Teatro con Il Chichingiolo
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LA FILODRAMMATICA DEL LICEO MARTINI, Parte Prima
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GIORNALE DELL'ERITREA - Mercoledì 18 aprile 1978
Ai sonaglieri della III Liceo

E così sarete voi a far tintinnare i sonagli del famoso berretto nella commedia di Pirandello, davanti al pubblico di domani sera, tutti insieme, con quella bravura che avete dimostrato già iersera ai vostri compagni del Liceo, degli Istituti Tecnico e Magistrale, che vi hanno applaudito con calore.
Tutti insieme quel berretto, che Ciampa nell'ultima scena vorrebbe avere sulla testa, agiterete stavolta davanti a un pubblico di giovani e adulti insieme, e sarà una particolare poesia vedere attraverso il tenero schermo dell'età vostra adolescente i fantasmi agitantisi nei vapori che via via più densi si formano mentre il sole, sul sentiero della vita mortale, si alza e poi, allungando le ombre, si fa obliquo.
E viene, allora, di domandarsi: "Come potrai tu, Sandro, che non conosci i vent'anni, rendere il vecchio Ciampa, la sua disperazione, la fine della vita che tragica s'avvelena della fine delle speranze; Ciampa che schiavo del desiderio di vita chiede vita ad un inganno, sapendo che è salo un inganno?"
E ancora, pensando alla gelosia di Beatrice, domanderebbe qualcuno a Renata: "Che ne sai tu? Come fai, se non sei moglie, a sapere di quest'altra disperazione, che porta Beatrice a mettersi in piazza, pur di trascinarvi il marito, per la scandalo, la pubblica condanna?"
E così via via agli altri.
Eppure voi sapete. Ed i vostri giovani colleghi, ieri in teatro, hanno saputa: attraverso di voi. Perché ogni uomo nasce uomo, e fin dal primo risveglio della coscienza, avverte, indomabile, quella sete di essere che lo fa vibrare simpateticamente dovunque senta il grida di quella sete: quel grido che in grido di pazzia si tramuta se una fede, essa veramente scaltra, non avverta che diversamente, non sui piccoli sentieri del mondo, la sete si appaga.
Grazie, dunque, o sonaglieri, e grazie al Prof. Cuscunà, che ha diretta con perizia il tintinnio.

Lino Pesce

 

Un bravo collettivo agli interpreti di "Il Berretto a sonagli"
I due atti di Luigi Pirandello, allestiti dal Liceo F. Martini hanno riscosso il caloroso applauso di un eccezionale pubblico al Teatro S. Cecilia ieri sera - GIORNALE DELL'ERITREA Venerdì 20 aprile 1973

Un pienone eccezionale di pubblico, ieri sera al S. Cecilia, che. aveva, in precedenza, cercato di ottenere un invito, ha sancito un successo strepitoso agli studenti della III classe del Liceo Ferdinando Martini, i quali, egregiamente diretti dal prof. C. Cuscunà, hanno presentato "Il berretto a sonagli" - i due atti del drammaturgo siciliano Luigi Pirandello.
Accolti dal preside prof. Mario Guma presenziavano allo spettacolo autorità governative, membri del corpo consolare, presidi e professori delle scuole italiane. Come ab biamo detto era presente un numero eccezionale di spettatori che ha invaso ogni ordine di posti e che ha applaudito calorosamente i bravi, giovanissimi componenti la Filodrammatica del Liceo Scientifico "F. Martini" che ha avuto così ieri il suo battesimo.
Non vogliamo entrare nei dettagli di una critica teatrale - (lasciamo i il compito al nostro collaboratore . Tonino Putzolu e pubblicheremo l'articolo nella nostra edizione di domani) ciò che ci preme è di far
rilevare l'impegno dimostrato dagli studenti e la felice scelta degli stessi da parte del regista, il prof. Ciccino Cuscunà. Sandro Perrone è stato un Ciampa espressivo, pieno di sensibilità umanitaria; Renata Casabona nella parte della signora Beatrice ha reso bene la sua impegnativa parte; ottima Eloisa Mania, l'accorata signora Assunta; molto. bravo il caratterista Alberto Verdelli nella parte del Fifi, il signorino spendaccione che trovandosi di fronte ad una tragedia, cerca di salvaguardare il nome della sua famiglia. E così altrettanto bravo è stato Fabio A1fieri, il compiacente delegato Spanò. Brava è stata pure Maria Luisa Notari nella parte della rigattiera Saracena. Antonella Zangla è stata un'ottima Fana, la fedele serva della signora Beatrice, in armonia col personaggio di Nina Ciampa, la Maria Perrone.
Un bravo collettivo al dinamico Paolo Broccati, aiuto regista e scenografo, a Paolo Morisco, maestro suggeritore; al tecnico delle luci Simone Efrem; ai direttori di scena Lemlem Said e Roberto Serapioni; al truccatore Domenico Lobbia; e ai collaboratori Mussie Ifter, per la scenografia e Maria Luisa Notari per i costumi.

IL LICEALI IN "IL BERRETTO A SONAGLI" SUPERANO LA PROVA CON MERITATA LODE
Il Quotidiano Eritreo - sabato 21 aprile 1973

La trama è indiscutibilmente pirandelliana, così come la soluzione finale escogitata per togliere ogni ombra su un fatto, destinato a ripercuotersi nella società, appartiene allo stile di Pirandello. "Il berretto a sonagli", rappresentato giovedì sera al Santa Cecilia dalla filodrammatica del Liceo, propone un fatto, vero o falso non ha importanza. La storia ha origine da una moglie gelosa, alla quale viene sussurrato che il marito, appartenente alla borghesia siciliana, ha rapporti con la giovane moglie di un suo impiegato. Beatrice, la moglie tradita, architetta un piano per provare l'infedeltà del marito e per punirlo assieme all'adultera. L'unico a non saper nulla, anche se immagina e agisce da persona che sa, è Ciampa, l'impiegato, il quale, nel momento in cui il principale e la moglie finiscono in carcere, diviene la vittima di una situazione che lo investe - data la società chiusa in cui vive - minaccia di distruggerlo. Risultando falsa però l'accusa, e quindi presupponendo le conseguenze nel momento della scarcerazione, decide di uccidersi, o di uccidere. Finché, da una battuta, gettata con incosciente disinvoltura dal fratello di Beatrice, Fifì, nasce la soluzione ideale: quella di far passare l'accusatrice, ormai riportata a valutare le conseguenze del suo gesto, per pazza. Una pazza provvisoria, per alcuni mesi, sufficienti a gettare sulla vicenda una manciata d'oblio.
Questa la trama, attorno alla quale si creano situazioni paradossali e momenti drammatici. Questo il lavoro che i liceali, sotto la guida di Ciccino Cuscunà, hanno presentato al folto pubblico che gremiva, l'altra sera, il Santa Cecilia.
Cuscunà, prima che il sipario venisse alzato, ha pronunciato un breve indirizzo, per inquadrare la funzione del teatro nella vita culturale di una città, ma soprattutto per formulare un programma, e manifestare un impegno: quello di cominciare un dialogo attraverso una serie di iniziative. "Il berretto a sonagli", dunque, doveva soltanto costituire uno spettacolo di rottura per collegarsi nel futuro ad altre rappresentazioni, onde mantenere desta la passione nei giovani e stabilire un vincolo di simpatia con i patiti del teatro.
A rappresentazione avvenuta dobbiamo dire che la passione si è rivelata pienamente; mentre il vincolo si è già stretto. I due fatti si plasmano nel successo, meritato, che i filodrammatici del Liceo hanno ottenuto.
Troppo presto è formulare giudizi critici sul valore dei singolo e sulla loro predisposizione all'arte teatrale. I giudizi potrebbero scaturire da una ondata di naturale simpatia verso gli esordienti, e risultare poco sereni.
Vogliamo così aggirare lo agguato che ci è teso con il considerare la rappresentazione nei suoi aspetti globali. E questi sono senz'altro positivi.
La protagonista Renata Casabona, come le compagne Eloisa Mania, nella parte della madre; Maria Luisa Notari, in quella della rigattiera; Antonella Zangla, in quella della domestica; e Maria Perrone, nella parte della moglie adultera, hanno, pur su un piano di diverso impegno, ben figurato. Il protagonista maschile Sandro Perrone ha avuto la parte più massacrante, quella, appunto, del marito buono e tradito, il Ciampa; dietro si sono mossi Alberto Verdelli, nella parte di Fifì; Fabio Alfieri, nel non facile ruolo del delegato Spanò. Tutti hanno dato il meglio, caratterizzando il lavoro per la loro sicurezza e disinvoltura.
Dietro a loro, con compiti diversi, ci sono stati Paolo Broccati (autore della scenografia), Paolo Morisco (suggeritore attento), Simone Efrem, Lemlem Said, Roberto Serapioni,Mussi Ifter, Domenica Lobbia. L'unico non liceale è stato il Lobbia, sempre pronto ad ogni richiamo del teatro.
Alla rappresentazione notata la presenza dell':on.le Degiasmac Ghebrecristos Uoldemicael, vice Afa Negus, presidente dello Zufan Chillot ad Asmara; di S. E. il Fitaurari Solomon Tecle, vice ministro al Ministero degli Affari Esteri; di alti funzionari governativi, del barone Emanuele Scammacca del Murgo, console generale d'Italia ad Asmara, e della sua consorte, baronessa Agnesina; del senatore Enrico Carboni; di presidi, professori, insegnanti e, ovviamente, numerosi altri invitati.
Applausi a scena aperta e prolungati battimani alla fine della rappresentazione.
Dato l'approssimarsi della Settimana Santa, non sono considerate delle repliche.

"il Berretto a sonagli" potrebbe segnare la nascita di una nuova filodrammatica studentesca
da Il Mattino del Lunedì - 23 Aprile 1973

VISTO DA ME. - Il mio portavoce ufficiale annuncerebbe che lo spettacolo mi è piaciuto nel suo complesso. Gli interpreti, generalmente, hanno mostrato di aver "capito" il loro ruolo e, talvolta, sono riusciti ad entrare piuttosto bene nei panni del loro personaggio.
E' il caso, ad esempio, di Fifi (Alberto Verdelli) il quale ha mostrato una padronanza scenica sorprendente e una naturalezza incredibile per un debuttante. Anche Fabio Alfieri ha disegnato con sufficiente convinzione un delegato impacciato e servile, grandemente aiutato dal suo cappello che ha risolto per lui il problema del gestire. Maria Luisa Notari, Antonella Zangla, Maria Perrone e Eloisa Mania hanno svolto i loro ruoli di contorno meritandosi la sufficienza. Un discorso a parte meritano Renata Casabona e Sandro Perrone: i due protagonisti.
Renata Casabona, partita sul piede sbagliato, si è ben presto ripresa ed è via via cresciuta acquistando una certa sicurezza che le ha permesso di staccarsi dal divano che, fino allora, aveva rappresentato la sua ancora di salvezza.
Su Sandro Perrone gravava senza dubbio il compito più gravoso. Interpretare un Ciampa non è cosa facile. Anzi direi difficilissima. Tuttavia Sandro Perrone è riuscito ad abbozzarcelo questo Ciampa riuscendo a farci intravedere, a sprazzi, l'anima del tormentato scrivano. Nel suo complesso, dunque, lo spettacolo è riuscito ed i ragazzi, al loro debutto, hanno superato se stessi specialmente se consideriamo la brevità della preparazione. Questi ragazzi potrebbero formare il nucleo di una nuova filodrammatica studentesca e sono certo che non ci farebbero rimpiangere i vari Magherini, Lombardini, Alfieri, Storelli ecc. che tante belle prove ci hanno offerto qualche decennio fa.
Abbastanza ben curata la scenografia, i costumi, l'arredamento e le luci. Mi sembra che Lobbia non abbia invecchiato abbastanza la Fana e che avrebbe dovuta dare un po' meno serenità alla maschera della signora Assunta ...

VISTO DAL CRITICO. - Qui il discorsa cambia un pochino. Lascio da parte il capitolo voci perché si salvano soltanto Perrone e Verdelli. Le altre troppo acerbe e spesso atone. Il difetto fondamentale sta senz'altro nella scarsità di prove, scarsità che ha impedito di curare più a fondo alcuni dettagli di grande importanza. Per esempio, il gestire di Sandro Perrone: ripetute, uguale, perde di naturalezza dando alla interpretazione una calcatura eccessiva. Sarebbe bastato insegnare a Sandro di trattenersi un po' per ottenere risultati ottimi.
Anche Renata Casabona ha dato nettamente l'impressione dell'improvvisazione: mitragliava le sue battute come se avesse paura di non fare in tempo a dirle tutte. L'adozione di qualche pausa, di qualche variazione di tonalità avrebbe dato più vigore all'interpretazione; e poi quella testa bassa con lo sguardo rivolto quasi sempre al pavimento invece che al pubblico.
Basta così. Potrei continuare, ma l'impegno e la volontà con cui gli interpreti hanno affrontato i loro compiti meritano un bravo collettivo e non certo critiche.
Il regista Cuscunà è riuscito a realizzare uno spettacolo degno di lode considerando anche il tema particolarmente impegnativo scelto per il debutto.
Le prossime prove, perché sono certo che "Il berretto a sonagli" rappresenta soltanto il punto di partenza, ci daranno l'esatta misura del regista e degli interpreti.
Adesso che ho compiuto il mio dovere di critico, voglio chiudere con un applauso a tutto il complesso della Filodrammatica del Liceo Scientifico includendo anche ... il truccatore.

ANGRA

 
GIORNALE DELL'ERITREA - MARTEDI 12 GIUGNO 1973, PAG. 2

Con piacere, apprendiamo che ieri è tornata da Addis Abeba la Filodrammatica del Liceo "Martini", recatasi colà per rappresentare, la sera del 9 c.m., la commedia di Pirandello "Il Berretto a Sonagli", ben nota agli asmarini per i due spettacoli offerti nello scorso mese di aprile. La giovane troupe, diretta dal prof. Cuscunà ed accompagnata dal Preside prof. Guma e dalla sua gentile consorte prof. Linda, ha riscosso dal pubblico, che affollava lo spazioso salone del circolo Juventus, i più calorosi appllausi anche a scena aperta.
Una serata indimenticabile! Il prof. Cuscunà ha rivolto un breve indirizzo di introduzione, ringraziando, anche a nome del Preside Guma, le autorità presenti ed il gentile pubblico e affermando che la presentazione della commedia pirandelliana era la prima e non unica, (si spera) occasione di incontro della gioventù studiosa, di Asmara con quella di Addis Abeba: l'esperienza culturale degli allievi del Liceo "Martini", nello sforzo di intavolare un dialogo tra i giovani che frequentano le Scuole e il mondo nel quale domani essi dovranno operare da protagonisti veri facendo tesoro degli insegnamenti del passato e, contribuendo ad elaborarne di nuovi, va incoraggiata e possibilmente, inquadrata in un programma di più largo respiro dove gli intercambi culturali diventino prassi ordinaria. D'altronde, è proprio per questo che la Filodrammatica, appena sorta, si è cimentata in un lavoro non privo di serie difficoltà, volendo proporre la tematica di uno dei massimi drammaturghi di ogni tempo, che ben ha saputo cogliere l'essenza della psiche umana nei fermenti che travagliano gli individui tesi al superamento di ogni posizione di ristagno, nell'ansia di dare un senso alle necessità talvolta contraddittoria dell'esistenza stessa. Ha ricordato, inoltre gli incoraggiamenti del Console Generale d'Italia barone Emanuele Scammacca del Murgo, al quale ha inteso porgere un grato saluto della Filodrammatica.
Al termine dello spettacolo, le LL.EE. gli Ambasciatori d'Italia e di Colombia con le loro gentili consorti si sono vivamente complimentati con la troupe per la bravura dimostrata in un'opera di così rilevante impegno.
Sono intervenuti molti rappresenti della Collettività Italiana di Addis Abeba, tra i quali abbiamo notato oltre al Console Reggente Dott. Zeppa; il Presidente del circolo Juventus Sig. De Luigi col Vice-Presidente Sig. De Nava, l'Addetto Militare Col. Talluri; l'Architetto Gr. Uff. Arturo Mezzedimi, il Comm. Casati e il Cav. Uff. Mainardi, l'Ispettore Scolastico prof. Gattuso e il Rag. Belluso, accompagnati tutti dalle rispettive consorti le Signore Cittadini e Lippolis e il consigliere del circolo "Juventus" Sig. Luigi Morisco. Ci risulta che il Preside prof. Guma ha dato il primo annuncio al Console Generale d'Italia, barone Emanuele Scammacca del Murgo, in questi termini:
"Lieto comunicarLe vivo successo Filodrammatica Liceo Martini presenza Ambasciatori d'Italia et Colombia folto pubblico italiano gradisca distinti saluti".
In effetti, la calorosa manifestazione di simpatia, che ha seguito la chiusura del sipario, ha confermato la validità dell'iniziativa e la serietà della preparazione dei giovani interpreti che hanno ben colto lo spirito della commedia pirandelliana ed hanno saputo trasmetterlo ai numerosi e attenti spettatori. Bravissimi tutti: da Ciampa misurato e fedele rappresentante di un'umanità offesa e tuttavia geloso custode di certe norme che garantiscono la continuità dell'umanità stessa e ne rivelano le contraddizioni, a Beatrice isterica e patetica figura femminile vittima di eventi più grandi di lei, a Fifi giovane di buon senso pratico e tuttavia legato a schemi prestabiliti, al Delegato Spanò ambigua figura di funzionario solerte ma impacciato, alla giovanissima Nina Ciampa vivace e sfrontata, ai quali si aggiungono la Saracena, Fana e la Sig.ra Assunta, personaggi che ruotano intorno a quelli principali e che hanno colorito la vicenda con singolare maestria.
Nel pomeriggio di domenica, l'Ambasciatore d'Italia in Etiopia, S.E., Dr. Luigi Sabetta, e Donna Nanda si sono compiaciuti di ricevere, con squisita cortesia, a Villa Italia, tutti i componenti della Filodrammatica insieme al Preside prof. Guma e Signora, per rinnovare il loro sincero elogio ed offrire un signorile rinfresco. S.E. l'Ambasciatore ha colto l'occasione per favorire l'incontro, molto interessante, tra i giovani di Asmara e quelli di Addis Abeba che, circa una settimana prima, avevano messo in scena sullo stesso palco del circolo "Juventus" una indovinata riduzione de "I Promessi Sposi" del Manzoni. Non si può fare a meno di sottolineare, tra le molteplici attenzioni usate dai responsbili del circolo "Juventus", la simpaticissima escursione nei dintorni di Addis Abeba con tappe al lago di Debra Zeit, a Coca, al bacino dell'Auasc, Uongi, Moggio e Nazareth. Desideriamo, infine, congratularci con i bravi artisti del Liceo "Martini" per l'entusiastica affermazione conseguita nella capitale etiopica e formulare i migliori auguri per i sicuri successi di altre, future esibizioni.

8 Febbraio 2004

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