SILVIO PALLOTTI
Carissimo Chichingiolo,
ho scoperto solo oggi questo sito ed ho passato ore a visionare tutte
le foto, gli articoli ed i racconti degli asmarini doc. Io mi chiamo
Silvio Pallotti ed ho frequentato la I° Liceo nell'anno 1967/68,
al seguito di mia madre (Coppola Angiolina Maria detta "Nella")
che quell'anno aveva avuto la cattedra di lettere e storia all'Istituto
Bottego. Purtroppo problemi famigliari mi hanno obbligato al rimpatrio
troppo presto per poter conoscere meglio l'Eritrea; tuttavia il ricordo
e la nostalgia del tempo passato ad Asmara è rimasto vivissimo
in me. Continuerò a leggere le pagine del sito e invierò
alcune foto che conservo gelosamente.
Un saluto affettuoso,
Silvio Pallotti - email: silman2003@libero.it
(02/12/2007)
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Caro
Chichi,
Ho letto il messaggio qui sopra e mi sono ricordata la Prof di Lettere
che ci insegnò per un anno in quell'epoca là: piccolina,
paffuta, erre moscia, profilo appuntito.
Avevo scritto un tema di fantasia (solo titoli di fantasia, per me,
niente storici o letterari!) e ci facevo morire un bimbo che non si
poteva curare perché la mamma non aveva il denaro per chiamare
il medico. Storie così se ne trovavano a iosa nella letteratura
dei ragazzi di cui io allora facevo larghissimo consumo. Ricordo che
Checco/Franco Irtinni, in classe con me quell'anno, leggendolo ne
era rimasto così afflitto da farsi venire gli occhi lucidi.
La Prof invece no! Furiosa, mi disse che quelle cose non esistono,
che chissà dove mai le avevo trovate, che erano roba da matti!
E mi dette un 5.
Trovai quel 5 molto ingiusto, e mi veniva voglia di chiedere perché
all'Edmondo fosse stato consentito di far piangere a dirotto un'intera
generazione (e forse più) di lettori e a me non si concedeva
nemmeno l'occhio lucido di Checco...
L'occhio la Prof lo aveva invece posato sul bell'Arminio Geiger. Oh,
come le veniva bene dire Geiger con quella erre rotonda... i meravigliosi
temi di Arminio, che lei lodava sperticatamente, e che lui sistematicamente
copiava da vari temari facendola sempre franca
Ora di Promessi Sposi. Noi dovevamo fare il riassunto scritto di ogni
capitolo.
La Prof chiama Arminio interrogato.
Lui con gran nonchalance passa dal mio banco, ritira il mio quaderno
e va in cattedra a leggere il riassunto del giorno.
La Prof, che lo sta guardando trasognata, gli dice: "Oh, Geiger,
questo tuo stile inconfondibile... grazie, vai a posto, 8!"
Capito? A lui 8 con il MIO riassunto e lo stile melange di tutti i
temari del mondo e a me 5 perché, forse, facendola commuovere,
l'avevo costretta a rifarsi il trucco?
D.
(6/12/2007)
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Cari amici,
ho letto con interesse gli ultimi due interventi e desidero rispondere
a Rosanna Brigandi, a Silvio e a D. :
1) Allora
cara Rosanna, anch'io ho vissuto a Massawa anni 48-54, e abitavo
proprio davanti alle due villette, che ho visto costruire, in una
abitava il Signor Barattolo e nell'altra il Prof. Brigandi! Tuo
padre era il mio professore alle commerciali. Lo ricordo benissimo,
non solo perché era il mio prof., ma perché la comunità
era piccola e ci conoscevamo tutti, ricordo meno te, che sicuramente
eri più piccola. Con il tuo post, mi hai fatto ricordare
le tue stesse sensazioni... costume sotto il grembiule e pesca con
la lenza sugli scogli sotto l'occhio vigile della mamma. Momenti
di grande serenità e giorni felici.
Abbiamo vissuto in un angolo di mare meraviglioso, il mio terrazzo
si affacciava su quel golfo artificiale. Abbiamo dormito sotto una
volta blu-notte trapuntata di stelle brillanti, con nelle orecchie
il rumore del mare e la visione dei remi dei pescatori notturni,
che ritmicamente lasciavano una scia fosforescente. Indimenticabile.
Abbiamo avuto le nostre prime sensazioni "d'amore" fatte
solo di sguardi e di bigliettini passati sotto banco... Ora da una
foto, che mi hanno mandato, ho visto che quell'angolo vissuto intensamente
è tornato al mare, ma certo non ha sepolto i nostri ricordi.
2) Caro
Silvio e cara D., ricordo bene la Prof.sa Coppola Angiolina, era
una graziosa Signora bruna, ma non ho avuto il piacere del suo insegnamento,
perché lei insegnava alla sezione geometri mentre noi, nella
sezione ragioneria, avevamo la Prof.sa Donati.
Allora, mentre la Prof.Donati era innamorata della Divina Commedia,
tanto che lo eravamo poi tutti, la Prof.sa Coppola lo era dei Promessi
Sposi... certamente amavamo anche il Manzoni, ma in modo più
"leggero"... Ovvero ogni sezione approfondiva la materia
d'italiano in modo diverso.
Il problema dov'era? Il problema, se così si può chiamare,
erano gli esami di riparazione o quelli di Stato, perché
nella commissione giudicante s'invertivano i Professori... e la
paura dell'interrogazione prendeva sia la sezione geometri che ragionieri:
Divina Commedia o Promessi Sposi?
Correva voce, sotto esami, che la Prof.sa Coppola avesse addirittura
chiesto ad un esaminando di che colore fossero il calzini di Renzo
quando portò i famosi polli..., ma questo episodio non fu
mai appurato, forse era una leggenda "botteghiana"...
Comunque voi, figli di queste nostre care Insegnanti, che all'epoca
erano più mamme che professoresse, siate orgogliosi per i
tanti e piacevoli ricordi che suscitano a chi ha avuto l'onore di
averle in cattedra.
Liana Silvi Antonini
(9/12/2007)
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