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Le mani nel cassetto del Chichingiolo
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SCOUTISMO IN ERITREA
di Angelo Selvi
 
 
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E' successo così: Giulio Alberto Pisani, asmarino e lettore de "il Chichingiolo", nota il mio nome e mi chiede se sono quell'Angelo Selvi che era con lui negli Scout della squadriglia Rondini -Riparto Asmara Primo. Confermo ed invio una decina di foto scattate durante l'attività del gruppo. Naturalmente le mando per conoscenza a "il Chichingiolo" e Francesco de Leonardis immediatamente mi ricatta: "te le pubblico se ci racconti la storia dello Scoutismo in Eritrea". Non sono uno scrittore, neppure per hobby, e questa impresa mi preoccupa: accetto soprattutto perché questo aspetto delle attività giovanili a metà degli anni '40 all'Asmara è completamente sconosciuto (anche Internet lo ignora), e penso sia bene ricordarlo. Chiedo innanzi tutto scusa per gli errori della memoria in cui incorrerò: sono passati sessanta anni e mi posso basare solo su ricordi e su qualche raro reperto fotografico.

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Lo Scoutismo all'Asmara è nato nell'ambito La Salle. Penso che molti ricordino i Fratelli delle Scuole Cristiane che avevano sede nel cortile della Cattedrale, al primo piano. Il Direttore, lo ieratico Fratel Virgilio dalla bianca chioma, il Vicedirettore Fratel Valentino, professore di matematica e disegno: nessuno lo chiamava per nome, per noi tutti era "Vice". E poi Fratel Lionello, Fratel Clemente e Fratel Tullio, che gestivano le tre classi della media inferiore.
L'opera di questi religiosi non si limitava all'insegnamento ma si estendeva al coinvolgimento degli alunni ed ex alunni in molte altre attività extrascolastiche: sport (specialmente calcio e pallavolo), gite anche di interesse educativo, soggiorni balneari a Massaua, allestimenti di spettacoli teatrali presso la piccola sala annessa al convento dei Cappuccini (le star del momento erano Tino Giorgetti, Renato Colombo, Domenico Colarossi e, soprattutto per il canto, Gianni Storelli. Anche Colarossi cantava benissimo: non per nulla diventerà il Cantautore Nico Fidenco), e non ultimi gli impegni di carattere religioso.
Nell'immediato dopoguerra tornavano a costituirsi le associazioni che erano state sciolte nel periodo del regime fascista, e così anche da noi fu fondato un gruppo di Azione Cattolica, al quale aderimmo in molti. Il motore principale di tutti questi avvenimenti era il Vice, Fratel Valentino. Uomo di forte personalità, eclettico, sportivo, trascinatore di giovani, molto severo ma ottimo educatore ed organizzatore. Nel contesto della Azione Cattolica, nel 1946 il Vice cominciò a parlarci di scoutismo e fummo subito conquistati dagli ideali di quel movimento: organizzare le nostre attività, dare più precise finalità ai nostri impegni, abituarsi ad agire con forte spirito di gruppo. Ci affiliammo alla ASCI, Associazione Scoutistica Cattolica Italiana, e fu fondato il Riparto Asmara 1°.
Inizialmente furono costituite due Squadriglie, che come da tradizione prendevano nomi di animali: Leoni e Tigri. I ragazzi di punta, chiamati a coprire i ruoli di capo e vicecapo squadriglia, erano Tino Giorgetti, Domenico Colarossi, Piero Pollera e Gianno Storelli. Inoltre c'erano i due fratelli Colombo (Renato e Roberto?) Peresutti, io e poi … la memoria mi tradisce.
L'assistente spirituale per un primo periodo fu Padre Zenone, che in futuro divenne Vescovo della Diocesi succedendo a Monsignor Marinoni.
Si diventava Scout tramite due cerimonie: la Promessa e l'Investitura. Quest'ultima era preceduta da una Veglia d'armi, un momento di meditazione e di preghiera per prepararsi ad affrontare gli obblighi morali che si sarebbero assunti, obblighi che erano compendiati nella formula della Promessa e nella Legge degli Esploratori.
Rileggendo oggi, dopo tanti anni, i vari articoli della Legge, rimango colpito dal punto 6: nel 1907, quando è sorto la Scoutismo, le idee "ecologiche" non erano affatto diffuse.
Per la prima Investitura ci recammo ad Embatcalla. Il viaggio fu effettuato in treno, non con la littorina, con la quale usualmente ci si spostava sulla linea Asmara-Massaua, ma proprio con un treno a vapore. Il vagone era senza vetri, solo con persiane ai finestrini, e nei frequentissimi passaggi in galleria si saturava di fumo e fuliggine. L'andatura era inoltre lentissima, e ciò ci permise di osservare con attenzione l'ardito percorso della ferrovia.
Un altro evento che ricordo con piacere, è stata la visita a Hebo (Saganeiti) nel 1947.
In quei tempi vi era solo la piccola e disadorna chiesetta dove riposano le spoglie dell'allora Beato, oggi Santo, Giustino de Jacobis, qualche povera abitazione, un immenso e splendido sicomoro ed una ricca e perenne fonte di acqua. Caratteristiche sono le campane costituite da blocchi di pietra che, percossi, emettono suoni armonici. Oggi quello sperduto paese è diventato meta di numerosi pellegrinaggi ed oggetto di molte iniziative umanitarie supportate per lo più da volontari italiani. Nell'estate 2004 gli Scout del Riparto Casagiove 1° (Caserta) vi hanno compiuto un viaggio di solidarietà ed aiuto.
L'attività del Riparto ci teneva molto impegnati: adunate settimanali, visite o gite culturali, approfondimenti di problemi, sport, partecipazione in divisa alla Messa domenicale, servizio d'onore alle varie manifestazioni che si svolgevano nell'ambito della Cattedrale o del Collegio La Salle, formazione di aspiranti. Inoltre stampavamo a ciclostile "Il Nodo", un giornalino faticosamente edito con la collaborazione di tutti noi.
Facemmo proseliti, e presto fu necessario istituire una nuova Squadriglia. L'incarico fu affidato a me e così nacquero le "Rondini", con i colori distintivi bianco ed azzurro. Nella sede del Riparto, ogni squadriglia aveva un proprio sito, sul quale era posta in evidenza la figura dell'animale simbolo. Dato che le mie capacità di disegno erano piuttosto scarse, ricopiai l'immagine della rondine dalla pubblicità delle caramelle Elah.
Fratel Valentino, ad un certo momento, passò il testimone a Fratel Clemente. Tra i suoi pregi, vi era quello di infondere calma e sicurezza in noi ragazzi. Eravamo ormai alla fine del 1947. Tra pochi mesi avrei dovuto abbandonare tutto questo mio mondo per rimpatriare. Il 6 agosto del 1948 un Dakota delle Ethiopian Air Lines mi portò via.
A Milano presi i contatti con Tino Giorgetti, che mi aveva preceduto nel rientro e frequentava il Riparto Milano 1°. Mi associai alla Squadriglia dei Castori, e rimasi con loro fino al 1949, quando lasciai Milano per Torino.
Un giorno del 1949 mi fu comunicato che Fratel Valentino era a Milano. Ci demmo appuntamento al Gonzaga: non fu l'incontro di un professore col suo ex-allievo, o di una Capo Riparto con uno scout. Ci abbracciammo come due emigranti lontani dalla propria terra.
Fu l'ultima volta che lo vidi.

E qui finisce il mio racconto. Ma non la storia dello Scoutismo in Eritrea.
C'è qualcuno che ha il desiderio di proseguire la narrazione e integrare, o correggere, i miei ricordi? Sono ansioso di leggere la seconda puntata …

La Tessera
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La Legge
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
21 Marzo 2005
 
  Carissimi,
complimenti per questo l'articolo. Farà ricordare a molti tanti momenti e, a chi non c'era, immaginare come poteva essere intenso lo scoutismo fatto lì, in quel paese meraviglioso. Ma che ne è stato del suo gruppo e c'erano anche allora ragazze scouts o guide? Spero che altri, come dice Angelo Selvi, continueranno il suo capitolo interessante sul sito o fuori sito ( al raduno?): ma che lo raccontino!
Vi seguo sempre, vi abbraccio, Ida Pernarella
(24 Marzo 2005)

 
 
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  Mi chiamo Pietro Longhi (Asmarino DOC). Attraverso l'amico Selvi, ho appreso l'esistenza del "chichingiolo": complimenti, visitando questa pagina, con tanta nostalgia mi sono riconosciuto in diverse foto, e per arricchire l'album vi invio una foto di gruppo mancante datata 1947 (vedi a fianco). Purtroppo non ricordo tutti i nomi dei miei compagni; mi auguro che qualche visitatore del (sito) si riconosca e così potremmo ritrovarci dopo (mezzo secolo) come è già accaduto con Selvi e tanti altri colleghi sparsi per tutta Italia.
Colgo l'occasione per porgervi i miei più cordiali saluti.
(20 Maggio 2005)

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