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VOGLIA DI CORSE
di Franco Caparrotti
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"Tre
- due - uno - VIA!
E' il comando dell'inumana sfida alla vita,
correre, correre e solo correre
Il rumore è assordante, è incalzante,
ha il potere di accendere il sangue nelle vene [
]"
Firmata Z2166
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Con questa
breve citazione, tratta da una poesia che mi fu dedicata alla vigilia
del 10mo Rally dell'Altopiano Etiopico, inizio questo pezzo sulle passioni
asmarine delle quattro ruote. Non avendo dimestichezza con le moto, lascio
ad altri il compito di narrare le vicende di questo settore. Non si erano
ancora spenti gli echi di quel Rally che già Asmara, per non essere
da meno dei "rivali" addisabebini, preparava l'ennesima corsa
del suo circuito cittadino sotto l'egida del C.S. Junior, capitanato da
G. Mazzola e patrocinata dal sindaco di Asmara S.E. Haragot Abbai. Era
il 1974. Venivano di nuovo riproposte le eterne sfide tra l'Abarth di
Lino Rossi e la Porsche Carrera dei fratelli Daolio, con un terzo incomodo,
Giampaolo Bini e la sua Porsche 911. Questo per dire dei "big",
senza dimenticare i soliti duellanti: Bigi, dell'Oro, Rizzoni, Piazzalunga,
Kanzen, Richiello, Tarantino, Elmi, Petrignani, Iassu, C. Grande e Falletta.
La voglia di
correre degli "Eritrei" è innata. L'automobilismo fa
storia e molti suoi protagonisti si sono cimentati nei vari gran premi
di Asmara, Cheren, Massaua, Decamerè, Piana d'Ala, Gran Premi della
Montagna, chilometri da fermo, gimkane.
Grazie alla memoria storica dell'amico Bruno Dalmasso, ripercorriamo questa
passione partendo dall'immediato dopoguerra. Bruno (ed io mi associo)
si scusa con tutti coloro che non verranno menzionati. "I buchi di
memoria", come dice Lord Kikki, "esistono e bisogna convivere
con loro". Comunque un invito è rivolto a tutti gli appassionati:
riempite questi
vuoti di memoria!
Partiamo dal '46/'47: si correva nel mitico Ippodromo di Campo Polo. Le
sfide, le emozioni vengono fornite dai vari Pazzè su Bugatti 1500
(era meglio come cacciatore?), da Salvatori (il dottore) su Maserati Testa
Fissa 1100, da F. Franciosi su Lancia Astura, da Nicolosi su Lancia, da
E. Cornara su Alfa, da Maurizi su Bugatti prima e Maserati poi.
Negli anni '50 entrano in scena i primi circuiti di Asmara e Massaua e
a farla da padrone sono F. Franciosi con la Lancia, Cristoforo Bigi che
si alternava alla guida di un bolide Fiat 1500 modificato e un Maserati.
Presto Cristoforo Bigi divenne il beniamino del pubblico per la tenacia
con cui affrontava i circuiti. Sapeva anche perdere
giustificandosi
con il pubblico mostrando la leva del cambio rimastagli in mano! Un famoso
e grande proselito decubertiano fu Di Ciommo, sempre presente ma sempre
ultimo.
Iniziano anche gli albori del figlio di Cristoforo, Luigi che inanellerà
nei venti anni a venire una serie di vittorie che rimangono negli annali
dell'Automobilismo Eritreo. Luigi iniziò a correre con un Balilla
Coppa d'Oro detta il "Cannoncino" (il che la dice lunga
).
A parte i Bigi,
vi sono pure Agosti su Alfa Romeo, Bisley su Fiat 1500 Modificata. Si
affacciano alla ribalta anche Soldi (Bar Rex) con l'Alfa Romeo, Pippo
Dal Re con l'Alfa Romeo, il Commendatore Costantino con la Fiat 1110 Mille
Miglia. Fanno capolino (e poi faranno storia) Barone con l'Alfa Romeo
P3 prima e poi con la mitica Ferrari 2000, Ronzoni con la Fiat 1100, Lino
Rossi con l'Alfa Romeo Giulietta e poi con le Abarth.
Nel
frattempo iniziano i Gran Premi della Montagna e qui è doveroso
ricordare la tragica scomparsa di Ermanno Gibertini (e non, come precedentemente
riportato, Libertini. Vedi, a questo proposito, il messaggio in
calce di Tonino Palma. n.d.C.) che con la sua Lancia BR 20 volò
fuori strada subito dopo Nefasit.
Arrivano gli anni '60. Oltre ai già affermati e sopra menzionati
piloti, è la volta dei vari Argentin su Fiat, Gigi Bertocco con
l'Alfa (Gigi, rientrato in Italia diventa collaudatore della Ferrari),
Pastacaldi su Fiat, Mingolla su DKW. La voglia di correre è tanta
e i Gran Premi si susseguono a ritmo serrato da Cheren a Massaua, da Decamerè
ad Asmara, sempre seguiti da una kermesse di pubblico di appassionati
e non. Le imprese audaci dei nostri eroi ti coinvolgono, ti trascinano,
ti rendono partecipe. Le discussioni, le diatribe tra i tifosi,
tra i piloti sono all'ordine del giorno. A prescindere dal bolide con
il quale corri (piccola o grande che sia la cilindrata), sono lì
ad emulare i grandi Fangio, Moss, Nuvolari, etc.
L'evento
del 1969 fu la manifestazione fieristica tenutasi ad Asmara, l'Expo 69,
e non poteva mancare il Gran Premio Automobilistico. Sua Maestà
l'Imperatore Hailè Sellasiè metteva in palio la Coppa e
S.A. il Ras Asrate Kassa faceva gli onori di casa come starter di eccezione
e quindi premiava i vincitori delle varie categorie.
Iniziava il duello tra la Fiat Abarth OT 2000 di Lino Rossi e la Porsche
dei fratelli Daolio pilotata da Nino Ronzoni. I
duelli nelle altre categorie non erano da meno. I preparativi fervevano,
gli ultimi ritocchi e messa a punto dei motori erano il leit-motiv di
quei giorni. Finalmente il 9 Febbraio 1969, alle 14.00, parte il Gran
Premio diviso in varie categorie. La stampa definisce il Gran Premio elettrizzante
seguito da un pubblico entusiasta e ordinato e vinto da campione da Lino
Rossi su Fiat Abarth OT 2000. Nelle altre categorie, successi per D. Falletta,
H. Henrich, A. Lombardo, G.B. Marcheggiano, S. Piazzalunga, L. Bigi.
Molti "secondi"
rimandarono la rivincita al Gran Premio successivo promettendo battaglia
e
qualche ottano in più nel motore.
Non
si fa in tempo ad archiviare l'evento che ne segue, di lì a poco,
subito un altro. Infatti sotto Pasqua dello stesso anno, il 15 Aprile,
sarà Massaua al centro dell'attenzione motoristica, riproponendo
di nuovo sfide thriller ed emozioni fortissime. Nuovi nomi vengono alla
ribalta: Franco Dal Re, seguendo le orme di Pippo, centra un secondo posto
meritatissimo; A. Coli, anche lui con ottimo piazzamento, e Luigi Elmi.
Vincitore assoluto, bissando così il successo precedente, è
Lino Rossi con la sua Abarth OT 2000.
Il successo
fieristico di Expo '69, lancia una nuova manifestazione fieristica a livello
nazionale, "Expo '72". Non poteva quindi mancare il Gran Premio
Automobilistico Expo'72.
I preparativi vengono fatti alla grande. Il quartiere fieristico è
tutto un cantiere, le attività promozionali e culturali si moltiplicano,
le officine meccaniche iniziano a preparare i bolidi. La febbre colpisce
tutti, vengono alla ribalta nuovi piloti. Tutti vogliono partecipare e
un giorno poter dire: "C'ero anch'io". I fratelli Daolio non
vogliono perdere l'occasione, arriva il nuovo motore 2400 per la loro
Porsche Carrera e a pilotarla chiamano addirittura un pilota di livello
internazionale, Ennio Bonomelli. Ennio correva nel campionato mondiale
Marche con i vari Icks, Regazzoni, Peterson, per citarne solo qualcuno.
Lino Rossi risponde con l'Abarth SP 2000. Già la differenza di
cilindrata dice che non ci sarà storia. A volte però la
storia insegna
e poi "mai dire mai".
Anche
nelle altre categorie non si bada a spese: le messe a punto, le sostituzioni
delle parti vecchie con nuove di leghe speciali, sono frenetiche. Si cambiano
gomme, si abbassano le testate, inizia il count down e domenica 31 Gennaio
1972 la bandiera a scacchi si abbassa e dà il via al gran premio.
I tifosi (la maggior parte) speravano nel colpaccio di Lino Rossi, ma
sin dalle prime curve la Porsche di Bonomelli prende la testa della corsa
e incrementa il vantaggio giro dopo giro vincendo uno splendido Gran Premio.
Molti
dei "secondi" di Expo '69 mantennero fede alle promesse prendendosi
la rivincita. Tra i vincitori della varie categorie Luigi Bigi, Franco
Dell'Oro, Felice Rizzoni, etc.
La
sera a Palazzo Imperiale, S.M l'Imperatore Hailè Sellasiè
riceve i vincitori, i vinti, gli organizzatori, la stampa e procede con
la relativa premiazione.
Dopo questa
"cavalcata" eccomi di nuovo da dove eravamo partiti, l'ultimo
evento motoristico Asmarino (dei nostri giorni e dei nostri ricordi).
Siamo nel 1974 e Gianni Mazzola, in veste di Presidente del Circolo Sportivo
Junior, dimostra di essere oltre che un "sarto provetto" anche
un perfetto organizzatore. Riesce a tessere, malgrado la precaria situazione
politica del momento, tra tagli, cuciture, strappi, rattoppi e ricami,
quello che diventerà il Gran Premio della rivincita. I Daolio,
forti del nuovo motore e delle ultime prestazioni della loro Porsche,
scelgono come guida del loro bolide Gianni Amarante. Dicono: "Sarà
una passeggiata, è roba da ridere".
Le loro affermazioni provocano interesse, la stampa locale (e il sottoscritto
sul Quotidiano Eritreo) inizia una campagna di interviste e provocazioni
tra i piloti che accende l'antagonismo e la voglia, tanta voglia di partecipare
e di essere tra i protagonisti.
"Il comune divisore" rimaneva comunque la sfida più suggestiva,
quella tra la "super" Porsche di Gianni e l'Abarth di Lino.
Era di quegli anni un famoso film "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare
l'amico misteriosamente scomparso in Africa?". I tifosi e gli appassionati,
parafrasando, ripetevano il ritornello "Riuscirà l'Abarth
di Lino a battere la Porsche di Gianni?". Bisognava solo sapere aspettare
e vedere l'esito finale. I bookmaker avrebbero fatto affari d'oro. Nel
frattempo i bolidi sfrecciano sulla nuova circonvallazione che va dal
bivio di Decamerè al bivio di Massaua. La striscia di asfalto di
6 km è teatro delle messe a punto e dei vari test.
Finalmente, il D Day.
Con un pubblico assiepato lungo tutto il percorso, con l'ansia di vedere
sfrecciare i bolidi dei propri beniamini, parte il Gran Premio Asmara
1974. Gianni Amarante si mette subito in testa alla corsa, infila per
primo la curva del Bar Zilli. Lino lo incalza, sa che è il momento
clou di tutta la gara: costringere il proprio antagonista all'errore.
Ciò avvenne e alla curva della statua dell'Imperatrice, Gianni
(anche se bravo ma poco esperto) commette l'errore che Lino si aspettava.
Troppo veloce, Gianni va in testa coda, girandosi. Il resto del gruppo
è a ridosso e non gli rimane che attendere il passaggio di tutto
lo schieramento per poi risalire la china.
Lino, "gran volpone" nel buon senso del termine, piazza una
serie di giri veloci che gli consentono di controllare agevolmente la
corsa e sfrecciare per primo al traguardo. E' un successo clamoroso, inaspettato
ma autentico. Aveva vinto quella sfida surreale che lo consacrava campione
ancora una volta.
Per dovere
di cronaca e per il rispetto dovuto e che meritano tutti i concorrenti,
questi i vincitori della varie categorie: G. Marfoglia, P. Rizzo, T. Dixon,
G. Vaccari, R. Modici, L. Ferrarini, J. Kanzen (nomi nuovi alla ribalta),
F. dell'Oro, F. Rizzoni, A. Coli.
Concludo ringraziando, per le foto, gli articoli e i ricordi, Bruno Dalmasso
(memoria storica), Lino Rossi, Pino Rizzoni, Salvatore Richiello. Senza
di loro sarebbe stato arduo ricostruire questa cronaca, questi ricordi
che fanno parte della nostra giovinezza.
Al Gran Premio
Expo 1972 c'era anche la categoria Fiat 850 Sport Coupe. Aldo Turco, che
prese parte a quella gara, in quella categoria si piazzò secondo,
dopo aver evitato un frontale con una Triumph spider condotta da un Americano.
Quest'ultimo si era "girato" davanti alla curva della statua
dell'Imperatrice e Aldo, con grande fortuna, era riuscito ad evitarlo
finendo però su una balla di fieno protettivo. Riuscito a tornare
in pista, Aldo da ultimo che si era ritrovato, riuscì a recuperare
posizioni piazzandosi come già detto secondo dietro Marfoglia,
dopo aver sorpassato Riccetti al terz'ultimo giro. Qui sotto alcune foto,
compresa quella della premiazione con Hailè Selassie. Inoltre,
una foto del Km. lanciato e da fermo al quale Aldo partecipò in
sella alla sua moto Honda 750 Four k2 piazzandosi 1° assoluto.
(21/07/2004)
Riceviamo
queste doverose precisazioni di L.F. Bonifacio (che ringraziamo) e
pubblichiamo, tappando un altro pertugio.
I CRONOMETRISTI
Entusiasmanti
le competizioni motoristiche, interessante discutere e confrontare
i risultati, i tempi impiegati. Ma come fareste se non ci fossero
i cronometristi? Allepoca di cui trattate nel cassetto 10, non
cera ancora la telemetria, soltanto nelle manifestazioni internazionali
si cominciava ad usare la cellula fotoelettrica e i semplici pressostati.
Il
rilevamento dei tempi, la loro trascrizione, i calcoli, tutto era
fatto a mano da uomini appassionati, attenti, modesti, indispensabili
e, al termine della manifestazione, dimenticati. Per riempire un buco
di memoria invio la foto della cabina di cronometraggio del
V° circuito automobilistico di Asmara. I membri della Segreteria
di Asmara della Federazione Italiana Cronometristi nei primissimi
anni cinquanta del secolo scorso erano: Enrico De Nava segretario
provinciale, Alberto Baggio, Gino Bertini, Carlo Boccali, Luigi Bonifacio,
Pietro Caputo, Tullio Dalboni, Ignazio Fusco, Socrate Gigli, Domenico
Lancia, Vezio Magherini, Piero Pastori, Giuseppe Rizzi. (Fonte: annuario
1953 della F.I.C.).
Cordiali saluti,
L. F. Bonifacio
(09/08/2004)
L'Autore, Franco Caparrotti, ha ricevuto e ci gira
questa interessante e-mail da un altro ex Asmarino, Tonino Palma che
pubblichiamo per completezza di informazione.
il C.
Caro Franco,
il tuo articolo sulle gare automobilistiche apparso sul Chichingiolo
e sul Maitaclì, mi ha fatto rivivere belle giornate della mia
adoloscenza ed anche dell'infanzia: dalla tarda mattina della Domenica
di gara, casa mia si riempiva di tanti tifosi (una cinquantina) perché
il circuito asmarino passava proprio di fronte all'"aeroplano"
di Tagliero e sotto i cinque balconi di casa che mio Padre costruì
(e dove sono nato). Per questo ti sono grato e devo dirti, come forse
tu avrai già notato, che un errore di stampa riporta Libertini
anziché Gibertini che fu il corretto cognome del povero
Ermanno: io l'ho visto soccorrere dopo il noto e funesto incidente
in prova un sabato pomeriggio (19 ottobre) tra Nefasit ed Arbaroba
(Ermanno é il protagonista della storia che ha ispirato il
primo libro di Erminia Dell'Oro).
Ciao, Tonino
(27/04/2005)
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20 Giugno 2004
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