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Riccione, 15/16 Maggio 2010 (Parte seconda)

Sabato, 22 Maggio 2010

   
L'ALBUM DI ALDO NEGRIN
   

Lunedì, 24 Maggio 2010

   
L'ALBUM DI COSTAS STYLIANIDIS
   

Mercoledì, 26 Maggio 2010

Cari Chichingioli,
Un ringraziamento per la buona riuscita del raduno a tutti, organizzatori e partecipanti. Col senno del poi comprenderne la bellezza partecipando come attori protagonisti colpiti da una corrente di emozioni, lega i radunati a relazionarsi. Volti nuovi e volti già conosciuti, tutti sorridenti e felici di esserci. Il morale alto, frizzava aria gioiosa tra i radunati, è stato per molti un incontro intenso per le emozioni provate nel rivedere persone con cui anni addietro non si era mai condiviso nulla, e che forse a malapena si conosceva tranne un paio di loro, nuove amicizie e tanta passione la partecipazione ha innescato un meccanismo di condivisione il piacere di ritrovarsi, un sentimento che prende corpo su di una base emozionale.
Si avverte la disponibilità e spontaneità verso valori accostabili all’amicizia vuoi per appartenenza o simpatia, e si instaura un legame laddove prima non c’era una condivisione. Pur continuando a non condividere tanto, scatta la consapevolezza del "che bello esserci" e riaffiorano i ricordi. Ecco dove affonda le sue radici il raduno, ed assume un valore.
Renato Liuzzo



I "trofei" della partita di calcetto, ora esposti nel locale "La Regina di Saba" di Alessia Zambonini a Ostia Lido (Roma).

Giovedì 10 Giugno 2010

Anche se io mi sono allontanato prima del previsto, complimenti al Melani e a Francesco per la riuscita del raduno.
Ciao.
Antonio Rapicavoli


Roma - Metti una sera a cena...

No, non voglio parlarvi del bellissimo film del 1969 di Giuseppe Patroni Griffi con Florinda Bolkan e Jean - Louis Trintignant ma della cena a casa Fareri. Ho rivisto Claudio al raduno del Chichingiolo l'anno scorso dopo trentasette anni e ho avuto il piacere di conoscere anche la gentile consorte Rosanna. Parlando del più e del meno siamo venuti a conoscenza che entrambi viviamo a Roma e molto vicini, ad un tiro di schioppo come si soul dire. A questo punto si decide che avremmo dovuto vederci più spesso con il beneficio dell'inventario ovvero: "la mia presenza in'Italia".
Mancato l'incontro a Natale (a parte gli auguri) perché l'ho celebrato in Svizzera da mia figlia, questa volta non ci siamo lasciati scappare l'occasione.
Da prima avevo pensato di organizzare una "zighinata" estesa anche ad altri Asmarini al Ristorante Africa, poi Claudio e Rosanna hanno preferito una cena a casa loro.
Qui iniziano le piacevoli sorprese che cerco di condividere con voi: Claudio e Rosanna festeggiavano i loro sedici anni di matrimonio. Quindi si festeggiava. C'era un altro ospite, gentile e distinto, ho pensato subito ad una faccia familiare e immediatamente è partito il motore di ricerca ma senza risultato. Che sobbalzo e felicità quando si è presentato: Adalberto Console. Non ci vedevamo da quarant'anni. Che emozione poterlo abbracciare affettuosamente. Eravamo in classe insieme, il più delle volte si litigava sempre per fesserie alla fine, però si giocava insieme o al Collegio La Salle o a casa sua.
Dato uno sguardo alla tavola elegantemente apparecchiata, ho notato altri due posti e quindi ho pensato che il buon Claudio mi avrebbe riservato un'altra sorpresa. Infatti di lì a poco arrivano gli ospiti mancanti: non stavo nelle pelle!!! Ad un tratto mi si staglia davanti una figura amica e che il tempo (trentasette anni non ha cambiato affatto) Sandro Pasini e signora Francesca. Non avevo più parole, che bella serata avremmo passato. Un brindisi dopo l'altro, lo zighini fumante, i ricordi, gli aneddoti e di nuovo brindisi: Rosanna conosceva tutti gli Asmarini e ne sapeva più di me.
Abbiamo fatto le ore piccole senza accorgersi e ci è dispiaciuto alzarci da tavola.
Auguri agli sposi e a settembre si ripete; magari allargando il cerchio.
Franco Caparrotti

30 Giugno 2010

Sardegna, estate, Beppino e...

Caro Kikki,
mi sono un po’ defilata ultimamente e chiedo venia, ma non per questo sono diventata meno chichingiola: jammais! E allora ti racconto di quando il mese scorso stavo traghettando da Civitavecchia a Golfo Aranci, in compagnia di mio figlio Luca e dei suoi due Labrador (che una volta ebbi distrattamente a qualificare Doberman perdendo ogni e qualsiasi credibilità nei confronti del loro Vet nei secoli a venire), quando mi arriva un sms che mi invita a-niente-meno-che una cena/zighinì.
Diciamocelo: iniziare una vacanza in Beautiful Sardegna con una cena di zighinì e in compagnia di simpatici amici asmarini… ma ci sono tutti gli ingredienti uno possa desiderare, che diamine!
Doccia veloce e via con Antonella e Sergio a casa di Eloisa e Daniele, che ci attendono per l’aperitivo con Vittoria e Ninni e il figlio Daniele, Danila e Bruno, Peo e Nanna. Una compagnia che si era affaccendata attorno ai fornelli per offrirci una delizia dopo l’altra: zighinì di carne con e senza pomodoro, e di pollo, e scirò e tuntumò, e kategnà, e insomma, ogni bene di Dio, con angera, injera o anghera come volete voi!
La cena allegra, chiacchierona, con i tre “infiltrati-ad-honorem”, Nanna, Sergio e Bruno, ormai perfettamente a loro agio con la tribù asmarina, gioiosa per il compleanno di Elosia.
Ma di che parlano gli asmarini seduti attorno ad un tavolo in una veranda ospitale e comoda, affacciata su un giardino curato, centellinando un ottimo vino sardo che ben si sposa con le delizie eritree appena descritte?
Sono ripetitivi, monotoni, monotematici e noiosi? Niente di tutto ciò: sono simpatici e si ride, si sta bene insieme e, se non lo sai… sallo!
Sardegna: la sua similitudine con l’Eritrea l’ho già raccontata e anche se mi scapperebbe la voglia di tornarci su, mi limito solo ad accennare Caprera, perché lì ho ritrovato nel locale cucina di Beppino Garibaldi proprio la cucina di Cheren del nonno Barba: il lavello di pietra e i rubinetti con i tubi esterni erano identici. L’atmosfera tutt’intorno del giardino era così uguale, il calore dell’aria sul viso e forse anche un distante profumo intensificato dalla canicola… se mai vi capitasse di andarci, chiudete un attimo gli occhi e con un respiro profondo provateci: vi ritroverete a Cheren in quattro-e-quattrotto!
Buon proseguimento delle vacanze estive, da estendere a tutto il mondo Kikki,
D.

31 Luglio 2010

Roma, 5 Settembre 2010


Presentazione del libro di Dova Cahan


Domenica 5 Settembre 2010, in occasione della XI Giornata Europea della Cultura Ebraica, nei locali della Keren Kayemet LeIsrael - KKL a Roma, è stato presentato il primo libro di Dova Cahan "Un Askenazita tra Romania ed Eritrea" (GDS Edizioni) a ricordo di suo padre e della sua famiglia tra Romania ed Eritrea dove si sono rifugiati nel febbraio 1948 per evadere il regime comunista romeno.
La presentazione è stata introdotta dalla giornalista ed agente letterario dell'autrice, la signora Antonia del Sambro in presenza dell'Ing. Raffaele Sassun, presidente della KKL Italia che gentilmente ha ospitato e messo a disposizione il salone della KKL per questo evento, e del Prof. Marco Cavallarin, noto per il suo libro "Ebrei in Eritrea" e sopratutto per il suo film documentario "Shalom Asmara", proiettato anche qui alla fine della serata. Tra gli invitati e presenti quasi una settantina di persone, di cui la metà erano amici di Dova e Lisa Cahan dall'Asmara, compagni e compagne di scuola, che mantengono sino ad oggi stretti legami di amicizia e continui contatti. L'autrice Dova Cahan, ben nota asmarina che ha trascorso i suoi primi venti anni all'Asmara, non ha potuto narrare il suo passato senza aggiungere emozioni e nostalgia al suo racconto e ciò è stato anche avvertito durante la sua presentazione tanto da lei che dal pubblico ed in modo particolare dagli Asmarini.
La scrittrice asmarina Erminia Dell'Oro, che presentò la conferenza di Dova Cahan con il Prof. Marco Cavallarin a Milano lo scorso Novembre 2009, ha commentato questo libro: "E' davvero una bella storia, l'ho letta, come si suol dire, d'un fiato. Brava! Un prezioso omaggio ai tuoi genitori, alla memoria. Pensa quante cose non sapevamo ad Asmara. Il percorso di tuo padre, di tua madre, arrivati in Eritrea lasciandosi dietro un paese, una parte di vita. Qualcosa sapevo, avendo letto e parlato con te, e avendone anche parlato alla presentazione, ma leggere il libro e' stata davvero un'emozione. Anche perché sono tornata nella nostra Asmara di allora.... ...che bella quella serata a Milano!...Erminia"
Lorenzo Odino, anche lui dell'Asmara, ha scritto a Dova: "Ho letto il tuo libro, potrei dire d'un fiato, chiaramente nella seconda parte ritrovo tante situazioni vissute anche dal sottoscritto in Eritrea, dove descrivi con amore il periodo della nostra gioventù passato in quei luoghi. Sono rimasto molto commosso ed emozionato dal fatto che così tanti ebrei-rumeni abbiano sofferto la deportazione. Ho ammirato quanto portato avanti dalla tua famiglia e dello spirito pionieristico del tuo caro papà e della tua famiglia tutta... Infine mi congratulo con te per essere riuscita ad onorare la memoria della tua famiglia ed in particolare di tuo padre..."
A Roma e' stata ugualmente una gran bella e memorabile serata che si e conclusa con la donazione del ricavato della vendita dei primi 20 libri per la borsa di studio delle Missionarie Comboniane a nome di Suor Rita Borghi che è stata anche l'insegnate delle due sorelle Cahan all'Amba Galliano ad Asmara, e con un bel rinfresco nella sede della KKL. Ma la stretta compagnia delle amiche ed amici asmarini non si è limitata a concludere la serata qui ed un bel gruppo di venticinque persone si sono dirette da Vanni alla cena organizzata con tanto impegno da Federica Palmieri. Erano presenti la Dott. Silvia Fameli Tresca ed il marito, Federica Palmieri e Luigi Amarante, Giancarla Vicino e Claudio Scola, Grazia Rosa Lucrezi, Francesco e Paola Rosa, Anna Spina e Giancarlo, Mimmo Mazzacurati, Marina e Tonino Palma, Emma Gori Fridman, Enzo e Cristina Gori Vicinanza, Pigi Cantarella, Anna Ricca, Marino Ottovio, Prof. Marco Cavallarin, gli inseparabili amici di Dova la Dott. Adriana Mazzacurati ed il marito Gherardo Cosolo, e tra di loro un amico di Dova venuto da Trieste per l'evento, Roberto Ceriani.
Anche questa serata emozionante e piena di ricordi passati nella lontana Asmara si è conclusa...
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato.
Dova
(11/09/2010)


Trento - Milano 20 e 24 Novembre 2010
12 Settembre 2010

Riceviamo da Dova Cahan questo suo scritto sul Festival cinematografico "Jewish Eye" svoltosi ad Askelon (Israele) tra il 10 e il 18 Ottobre 2010:

Il Festival Cinematografico della "Jewish Eye" si svolge già da sette anni in Israele e dagli ultimi quattro anni nella città più a sud di Israele, ad Askelon. Questo è il settimo anno del festival sulla cultura ed identità ebraica. Esso comprende film provenienti da tutto il mondo, con caratteristiche, documentari e cortometraggi ebraici ed israeliani. Nel mondo esistono circa un centinaio di festival di cinema ebraico annuale e "The Jewish Eye" ha un posto d'onore tra i quali mantenendo ed acquistando uno slancio di giovani direttori e produttori.
Quest'anno ci sono in programma per il pubblico interessato al cinema ebraico circa 80 film provenienti da 20 paesi in una competizione che porta a premi. Tutti i film sono mostrati in anteprima israeliano e questo è per alcuni film l'unica volta che può essere visto dal pubblico israeliano. Al Festival c'è un bivio variegato della cultura ebraica: storie da Europa dell'Est, Nord Africa, Americhe e, naturalmente, Israele, la storia ebraica, le memorie dell'Olocausto, feste ebraiche, religioni e stili di vita, le relazioni Israele-Diaspora, storie personali che mostrano e vanno dall'universale ai soggetti privati - il tutto in uno evento ebraico culturale di 9 giorni. Questo arricchisce la creazione cinematografica, completata dalla funzionalità sia documentaria che culturale, che da un grande significato nelle relazioni con il mondo ebraico, dove i filmakers dimostrano che il linguaggio cinematografico è un ponte al di sopra del tempo e della distanza. "Di conseguenza Israele non basa la sua forza unicamente sulla sua sicurezza e non si limita a riassumersi unicamente nel suo progresso scientifico e tecnologico. Israele si esprime anche nella vita culturale, in creazioni d'arte. Il Jewish Eye Film Festival ossia "Il Festival dell'Occhio Ebraico" è una esperienza culturale di vasta erudizione. "Quest'anno durante i giorni del Festival tra le altre progettazioni, tra cui omaggio a un attore di primo piano sul palcoscenico e dello schermo, Zeev Revah il suo 70° anno, le celebrazioni di 100 anni del kibbutz, ed in modo particolare un tributo ai 20 anni per la grande immigrazione dal URSS, abbiamo anche il piacere di presentare in premiera il film di Dova Cahan "Un Viaggio Sionista tra Romania ed Eritrea". Questo corto film documentario è stato realizzato dalla figlia di questo grande sionista romeno "Herscu Saim Cahan" che nasce a Ivesti in Romania nel 1912 ed ai suoi tempi riceve una buona educazione e formazione sionista nel piccolo shtetl dove trascorse la sua gioventù. Ma purtroppo tempi duri iniziano anche per gli ebrei-romeni in Romania dove formazioni politiche fasciste ed antisemite prendono avvento nella guida del paese. Il Prof. Rafael Vago della facolta di Storia, dipartimento Romania dell'Universita di Tel Aviv, ed il Rabbino capo della comunità ebraica romena in Israele, Rav Efraim Guttman ne danno una ampia descrizione. Inoltre la signora Lilli Snitzer parente della famiglia Cahan-Segal che parla della vita della famiglia dal punto di vista familiare in Romania. Nonostante tutto ciò Herscu era attivamente impegnato nel movimento sionista del paese fino a raggiungere i piu alti livelli. Il secondo periodo della vita di Herscu, quando nel febbraio 1948 scelse di abbandonare la Romania per evadere la vita sotto il regime comunista ed arriva nella Palestina Mandatoria sotto gli Inglesi, quando lo stato d'Israele non è ancora creato, perché nasce solamente nel Maggio 1948, e di conseguenza gli inglesi non gli permettono la residenza ed nuovamente Herscu è costretto a rifugiarsi con la famiglia ad Asmara, Eritrea ex-colonia Italiana, dove anche questa terra già dall'anno 1941 è sotto il protettorato Inglese, quando gli italiani la persero durante la seconda guerra mondiale. Asmara diventa la nuova città di residenza della famiglia Cahan, e qui nuovamente Herscu non si scoraggia e re-inizia tutta la sua attività da capo, impiantando prima una fabbrica di carne in scatola per l'esportazione con l'Italia, alla famosa ditta Montana di Monza, e poi una fabbrica di rito casher che produceva carne in scatola per Israele. Di questa famosissima fabbrica che è stata per piu di trent'anni il sostegno alimentare della appena nata nazione israeliana ne parla anche il famoso scrittore israeliano Amos Oz nella sua autobiografia "Una Storia di Amore e di Tenebra". Questa seconda metà di vita asmarina che si svolge in Eritrea dall'anno 1948 fino alla morte di Herscu ad Asmara il 3 marzo 1974 viene rappresentata nel film dalle descrizioni minuziose dal punto di vista politico delle relazioni tra Israele-Eritrea ed Etiopia dal Prof. Hagai Erlich, capo del dipartimento di storia dell'Africa Orientale dell'Universita di Tel Aviv, dall'ex generale delle forze armate israeliane Erol Eshel che è stato anche lui in missione militare in Eritrea negli anni 1965-1967, dal signor Avigdor Kopkorni che lavorava per la famosa fabbrica di carne casher "Incode", e ci dà una grande informazione sul lavoro e sul rituale dei rabbini che venivano a svolgere la lora attività del casherut da Israele, dal signor Rami Kanzen, un ex cittadino asmarino della comunita ebraica che racconta la sua vita da ragazzo nell'ambito della comunità e delle festività religiose celebrate nella bellissima ma piccola centenaria Sinagoga di Asmara, ed infine da Dova Cahan che arricchisce molte parti del film con racconti personali e ricordi della sua mamma e papà assieme alla sorella Lisa ad Asmara, dove conducevano una serena e privilegiata vita di ragazze di buona famiglia. Purtroppo la morte improvvisa di Herscu nello stesso anno che l'Imperatore Haile Selassie perde il trono e di conseguenza anche la sua vita e l'Eritrea dà inizio a 19 anni sanguinosi di guerra con l'Etiopia per riavere la sua indipendenza. La famiglia Cahan perde nuovamente tutti i suoi beni e rimane a vivere definitivamente in Israele. L'ultima parte del film è dedicata alla commemorazione di Herscu dall'anno 1999 quando si sono compiuti 25 anni dalla sua perdita con la donazione in sua memoria di 25 alberi nel parco della Keren Kayemet a Modiin, la commemorazione dei 35 anni dalla sua perdita nel 2009 al centro Leonardo di Tel Aviv e di conseguenza il viaggio in Romania alla ricerca delle radici storiche della famiglia e la celebrazione della figura di Herscu Saim Cahan nell'ambito della Federazione Romena di Bucarest nel giorno della cultura ebraica in Europa il 6 Settembre 2009. Il film è basato anche sul libro dell'autrice Dova Cahan,"Un Askinazita tra Romania ed Eritrea" GDS Edizioni, con la realizzazione storico-culturale del Prof. Marco Cavallarin, ricercatore della comunità ebraica in Eritrea ed autore del libro "Ebrei in Eritrea" e del famoso documentario storico "Shalom Asmara". La proiezione del film di Dova Cahan "Viaggio di un sionista dalla Romania all'Eritrea" prodotto dal giovane regista israeliano di origine inglese Amit Gicelter con la collaborazione di Hadas Zeigher, documentario di 38 minuti, è un'ampia descrizione di una vita intensa vissuta in Asmara, dove il mal d'Africa non l'ha abbandonata e Dova non dimentica nemmeno le sue radici romene, assieme al profondo amore per Eretz Israel dove lei e la sorella Lisa ed anche la loro cara mamma Ester che purtroppo è venuta a mancare sette anni fa, continuano a vivere. Il film come d'altronde il libro è un grande omaggio ad un uomo "Herscu Saim Cahan" il padre dell'autrice che con la forza e l'impegno non si è mai sottratto alle sfide della vita, ma è sempre riuscito a vincerle affrontandole con tanta forza d'animo e vigore. Il film è anche un doveroso contributo alla cinemateca israeliana, romena, italiana dove questi tre elementi della vita della famiglia Cahan si intercalano.

28 Ottobre 2010

Noceto, 9 Ottobre 2010 - Parma, 10 Ottobre 2010
 

Fino alla prochaine fois! scriveva Daniela Toti un anno prima alla conclusione del suo pezzo, auspicando un ritorno nelle terre Parmensi per un incontro-bis fra afrori di stagionature casearie, Re culatello e zighini. La prochaine fois c'è stata ma Daniela Toti ha dovuto disertare, ahilei. Vittoria, a cui va il nostro sentito plauso e ringraziamento, ha organizzato tutto alla perfezione, una grande padrona di casa. Ed era quasi riuscita a organizzare un colpaccio: portarci qui!

Provate ad immaginare la suggestione: cena con vista Lago.
Poi, per via dei soliti imprevisti, ci siamo ritrovati sulla via
della Villa, in una più compunta atmosfera.


La Padrona di Casa ad un certo punto ha tentato di improvvisare una vendita di "bellaroba" ma non ha avuto grande successo...

Serata, quella di sabato, che è scivolata via deliziosamente fra tante chiacchiere e ricordi, una risata e un brindisi, fino al crollo delle forze fisiche.
Ritrovate il giorno dopo, anche se la notte prima poco distante dalla Villa il tambureggiare della techno-sound ha fatto da sottofondo al riposo notturno. In definitiva, un Caseificio della Musica non è da tutte le parti! Le oche dell'anno precedente, a confronto, erano una Sinfonia.


E poi, via, il trasferimento a Parma per l'appuntamento all'Africa 2 di Mesfin Araia dove era stato allestito un magnifico buffet. Complimenti e grazie, Araia, per la magnifica accoglienza.



Alla prochain fois? Chissà!


Il dolce profumo del culatello, ma soprattutto l'amatissimo aroma dello zighinì di Araià, sono stati la "molla" per un incontro d'autunno sotto il cielo di Parma, incredibilmente illuminato da un sole quasi africano. Saluti, abbracci, sorrisi, chiacchiere, spiluccando con gusto l'ambascià sfornata per l'occasione da Mario. Ancora chiacchiere ed emozioni, amici ritrovati, mentre lo scirò, l'alicià, lo zighinì, il tuntumò sprigionando sentori familiari favoriscono i ricordi. Quei ricordi che si rincorrono e che ci uniscono, indissolubilmente.
Anche sotto il cielo di Parma.
Un abbraccio a tutti.
Vittoria

16 Ottobre 2010

 

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