Noceto/Parma,
3 e 4 Ottobre 2009
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Grazie,
Vittoria e grazie a chi ti ha aiutata! Unidea per una zighinata
tra pochi, che si è poi sviluppata a tutto il weekend. Un passa
parola, un successo!
Volti
nuovi-ai-raduni e volti visti più recentemente, tutti ugualmente
sorridenti e felici di esserci. Non
propendo molto per ciò che più di trentanni fa ci
faceva dire tra noi è tuttaltra cosa, qui
in Italia sono diversi, come siamo cresciuti noi nessun altro
ecc. ecc. perché ormai due terzi della nostra vita è stata
vissuta fuori dallEritrea, condividiamo la nostra esistenza privata
e pubblica anche con chi lEritrea non lha mai vista (a fargliela
conoscere però ci abbiamo ampiamente pensato noi!!!) e abbiamo
ricevuto sia bene che meno bene, come è normale che sia.
Preferisco invece credere che è la nostra infanzia/giovinezza che
noi riviviamo con gioia ogni volta che ci si incontra. Con qualcuna delle
ragazze incontrate ho condiviso il banco e il calamaio delle
elementari, lanalisi logica e il latino delle medie e qualche sconfitta
alle superiori, siamo cresciute insieme formandoci nelle persone che siamo
oggi.
E che poi lesperienza della riunione sia vissuta anche assaporando
la generosa enogastronomia parmense oppure le prelibatezze preparate da
Araià e i suoi, beh, è quanto di meglio possa capitare!
(Ma quanti anni erano che non assaggiavo il kategnà profumato di
burro habescià?)
Bellissimo è stato rivedere Margherita, mamma Bezzi, stesso sorriso
e sguardo ironico come allora. Che ricordi sono riaffiorati, di tutti
quei pomeriggi quando invadevamo casa Tarantino dopo gli allenamenti di
pallavolo e lei a dare man forte a dirigere il traffico di quelle scorribande!
Sei o sette Tarantino, quattro Bezzi, un paio di Toti e una Margotti:
mica male, no? E poi gli allievi di Vivien, lo strimpellare del pianoforte,
le merende in cucina con quel tavolo lungo da mensa scolastica... che
a volte usavamo anche per impastare perchè offriva tanto spazio
per stendere quei bei nastri di pasta che sarebbero poi diventati crostoli
o pasticcio o tagliatelle al ragù.
Checchè se ne dica, lo scorso weekend abbiamo ricaricato un po
le pile. Fino alla prochaine fois!
Daniela Toti
(06/10/2009)
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I
cipressi che alla Villa San Giuseppe alti e schietti van dalla
via Medesano in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardar. Ma non mi riconobbero perché
era la prima volta che mi avvicinavo. Perché non scendi?
Perché non ti fermi? Fresco è il pomeriggio e
ormai il cammino ti è noto. Senza ansimare, c'era anche
la versione moderna della vaporiera, un trenino spinto dal Diesel
che corre su una strada ferrata poco distante. Ero arrivato
al nostro "incontro di autunno". |
No,
non c'erano "di puledri una leggiadra schiera che annitrendo
correa lieta al rumore". C'era bensì la Corale San
Giuseppe, un nutrito gruppo di Signore Oche che, sotto lo sguardo
vigile di un giocoso gatto bianco, ha allietato parte del nostro
pomeriggio e, alla mattina, ha cantato "i cori che vanno
eterni fra la terra e il cielo". Ma a qualcuno questo gioco
dell'oca non è andato tanto a genio specialmente se era
il canto dell'alba... |
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In
un angolo dell'ampio giardino che circonda la Villa, c'era un
vaso solitario. Ospitava alcune margherite che dall'aspetto
mi hanno ricordato quelle che fiorivano sull'altopiano durante
la stagione delle piogge e si spandevano verso l'orizzonte in
un mare rosa e profumavano l'aria con un velo di cipria. In
lontananza, nei campi ormai spogli, si vedevano macchie gialle
che per ovvia associazione ho indicato come margherite del Mascal. |
Spingendosi
oltre, lasciandosi a destra un cagnolino a guardia di una casetta
di legno e a sinistra una bella costruzione in mattoni, si arriva
a degli imponenti capannoni che ospitano, per la stagionatura,
forme di regale formaggio. Da restare estasiati e storditi dal
denso profumo che esalano. E lì ho avuto la prova che
il Paradiso Terrestre per la Congrega dei Roditori esiste, eccome! |
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Le
diottrie, si sa, per noi ormai ...antenni non sono più
un'opinione. Ma vedere chi usa un paio di occhiali per compensarne
un altro ci è parso per lo meno simpaticamente originale!
E spero che Laura non me ne voglia... |
CONCLUDENDO
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..
un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d'un
guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
E noi, il mattino seguente, seguitammo per Parma
a continuare l'avventura di un fine settimana
di mezzo autunno.
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Milano,
23 Novembre 2009
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La
mia conferenza alla libreria Claudiana a Milano il 23 Novembre 2009
di Dova Cahan
Giovedi
19 Novembre 09 sono partita assieme a Lisa, mia sorella, per una settimana
a Milano, dove il lunedi 23 Novembre 2009 presentavo la mia conferenza
[HERSCU SAIM CAHAN (1912-1974) Un Ashkenazita tra Romania ed Eritrea]
alla libreria Claudiana in via Francesco Sforza assieme a Marco Cavallarin
ed Erminia Dell'Oro. Per chi conosce l'ambiente asmarino ricorda molto
bene Erminia da Asmara ed oggi lei una grande scrittrice affermatissima
e molto rinomata su questo soggetto della mia Africa con la pubblicazione
di moltissimi libri. Non meno Marco Cavallarin, meno noto agli asmarini
i quali la maggior parte lasciarono l'Asmara con la rivoluzione del
1974 che segnò la fine dell' impero di Haile Selassie. Marco
arrivò ad Asmara come insegnante di storia negli ultimi anni
del 1990 quando l'Eritrea era in piena lotta per la sua indipendenza
dall'Etiopia. Ben presto attraverso la pubblicazione dei suoi libri
sull' Eritrea e principalmente con il suo libro e film documentario
"Shalom Asmara" che parla espressamente della piccola comunità
ebraica li, Cavallarin è diventato subito noto non solamente
nel nostro ambiente ma un po' universalmente.
Il mio approccio a Marco Cavallarin fu cinque anni fa quando un caro
amico mi disse che su questo libro "Shalom Asmara" c'è
scritto qualcosa sull'attività di mio padre. Io allora ero
agli inizi della mia carriera personale che da anni meditavo di trovare
un giorno il coraggio ed aprire questo cassetto pieno di ricordi sia
lieti persino euforici ma anche tristi se non tristissimi e riportare
tutto in bianco e nero. Gia dall'anno 2000 avevo incominciato a pubblicare
sul giornale romeno locale (io parlo qui dove risiedo ad Israele),
articoli in lingua romena, nostra patria di origine, degli articoli
che mio padre aveva scritto in Romania sul periodico "Tineretul
Nou" ossia "Nuova Gioventù" dell'organizzazione
sionista "Hanoar Hazioni" che anche finanziava. L'incontro
con Marco Cavallarin mi portò a sviluppare la mia attività
anche nella lingua italiana, cosa che qui localmente era poco richiesta.
Marco ben ricordo alla conferenza a Milano che mi presentai a fianco
alla presentazione del suo film e della sua mostra fotografica di
60 pannelli "Shalom Asmara" al Festival del Jewish Eye a
Bersheva nell'Ottobre 2005 con 5 pannelli con 2 foto ciascuno sul
tema "Gli Aeskinaziti dell' Eritrea" e con queste 10 immagini
ricoprivo la storia degli aeskinaziti ad Asmara, principalmente noi
e la famiglia dei nostri zii Lea e Boris Gwircman, dove la comunità
era in maggiore parte sfaradita proveniente dalla citta portofranco
sotto il Protettorato Britannico di Aden nello Yemen. Da questo momento
incomincia lo sviluppo del mio soggetto sulla vita di mio padre ad
Asmara per ben 27 anni dal 1948 quando abbandono la Romania lasciando
tutto dietro di se, fabbrica, casa, automobile ecc. a causa dell'avvento
del comunismo in questa nazione ed arrivare ad Asmara nel febbraio
del 1948 come un giovane profugo politico di 36 anni con moglie e
due piccole figlie già a carico... quando anche le porte di
Eretz Israel erano bloccate dalle forze militari inglesi.
Conclusa
la conferenza che per tutti è stata molto interessante, suggestiva
e piena di informazioni sconosciute anche agli stessi asmarini, noi
un gruppo di 43 asmarini siamo andati al ristorante eritreo Africa
a festeggiare con una zighinata, cosa che mi hanno detto che da più
di 10 a 30 anni non succedeva a Milano.
Tra i miei amici venuti anche da fuori Milano tra cui Rami Kanzen
da Londra, Silvana Pari e la cognata Emanuela De Benedetti da Torino,
Tonino Palma da Roma ed il resto che di Milano e dintorni erano: Besio
Guido e Camilla, Besio Mario e Marina, Camerino Aldo,Cavallarin Marco,
Dell'Oro Erminia, Desbele Mahari, Donati Patrizio e Giovanna, Donati
Piccarda, Donno Beppe, Fasulo Orlandi, Frizzo Mario e Maria, Ghirini
Lidia, Greppi Lisi e Franco, Greppi Paolo e Lella, Klein Valeria,
Mohammed B. Nurredin, Nistor Alessandro, Paoletti Paolo, Passarella
Elda, Pazimas Sotiri, Penarella Ida, Raffone Paolo, Rapicavoli Anna,
la cugina della Rapicavoli e Shoa Allegra.
Abbiamo passato una splendida serata, piena di nostalgia e di tanti
bei ricordi del nostro passato... a detta di tutti.
Voglio ringraziare nuovamente tutti: Erminia Dell'Oro che ha accettato
questo incarico, a richiesta di pochissimo tempo quando anche lei
era in preparativi per accompagnare un gruppo ad Asmara e rientrava
a Milano solamente il 18 novembre, Marco Cavallarin che era presente
anche alla mia conferenza a Bucarest il 6 Settembre 2009, il giorno
della cultura ebraica in Europa, mio grande collaboratore, Marina
Besio e Patrizio Donati che hanno organizzato a perfezione la serata
all'Africa, con tutti i particolari e requisiti a far sì che
questa cena e tutta la serata resti memorabile... a tutti gli altri
amici asmarini e tutto il pubblico che è affluito alla Claudiana
ed è rimasto impresso dalla mostra e dall'interessante, commovente
e ben organizzato progetto e particolarmente agli otto cari e nuovi
amici di Facebook che mi hanno onorato con la loro presenza. Grazie
di cuore a tutti per avere partecipato e far sì che anche questa
conferenza resti memorabile...
Dova
Cahan
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Riccione,
15/16 Maggio 2010 (Parte prima)
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Domenica
16 Maggio 2010, ore 18,55
Pioggia battente, intensi rovesci e diffusi, venti forti e mare mosso
hanno fatto da cornice alla prima giornata dell'annuale raduno asmarino
che quest'anno vedeva uniti il Mai Taclì e il Chichingiolo all'Hotel
le Conchiglie di Riccione. Al punto che qualcuno ha mosso, giustamente,
una critica al Chichingiolaro di turno: non si organizzano raduni in autunno!
Il bel tempo si è affacciato a metà mattinata della domenica
quando un pallido sole ha fatto da premessa a un pomeriggio caldo e ventilato
proprio quando tutti i convenuti si preparavano per riprendere la strada
di casa. Ma l'incontro è stato comunque intenso per le emozioni
provate nel rivedere amici vicini e lontani o anche solo nel riassaporare
i chichingioli (in un caso) dopo sessant'anni! Nel corso della serata
di gala di sabato sono stati premiati Marcello Melani, Renata Giamberardini
e Dennis Horner per essere stati coloro i quali, nel corso di questi ultimi
anni, hanno operato per mantenere vivi i contatti tra asmarini in tutto
il mondo organizzando raduni o, nel caso di Dennis, lavorando al sito
internet degli Americani di stanza alla Kagnew Station collaborando con
John Harris e poi passando il testimone a Rick Fortney.
Pareri discordi sul gemellaggio: fra i "giovani" (giovani, vabbè...)
è prevalsa l'opinione che il raduno sia stato dispersivo e poco
coeso mentre tra i maitaclisti è prevalsa l'idea che l'incontro
è servito a tracciare una linea di continuità tra il "vecchio"
e il "nuovo" e vada incoraggiato a continuare.
Una Messa è
stata celebrata da Padre Protasio la mattina di domenica all'interno dell'Hotel
mentre più tardi vecchie glorie del calcio asmarino si sono sfidate
su un campo di calcetto fortunatamente asciugatosi durante la nottata.
Tre contro tre e un portiere (Marco Salami) che parava i tiri di tutte
e due le squadre, i Rossi e gli Arancioni. E' finita 2 a 1 per i Rossi,
dopo una sfida all'ultimo fiato ai rigori. Si son rivisti in campo assi
del calibro di Roberto Porta, Peo Tripaldelli, Renato Liuzzo, Germano
Gioacchino, Galdi Fabrizio e Claudio Massimo Lovati. Al termine del combattuto
incontro per via del fiato corto e il giro-vita prorompente, le due squadre
sono state premiate da Marcello Melani con altrettante coppe messe gentilmente
a disposzione da Renato Liuzzo e che verranno esposte a futura memoria
nel locale "La Regina di Saba" di Alessia Zambonini a Ostia
Lido (Roma). Ha elegantemente diretto la partita l'arbitro di non nominabile
serie Gianni Di Feo il quale ha più volte richiamato l'attenzione
dei tifosi presenti a prestare più attenzione alle fasi calde del
gioco anziché abbandonarsi a chiacchiere che disturbavano la concentrazione
degli atleti in campo.
Per ragioni di privacy quest'anno la lista nominativa dei partecipanti,
che assommava a circa 290, non potrà essere pubblicata.
il C.
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Tris
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USA - Riccione
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Le torte
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Gli assi del pallone
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Con l'arbitro
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I secondi
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I primi
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La tifoseria
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Lunedì,
17 Maggio 2010
Il raduno... il mio quarto raduno. E come ogni raduno che si rispetti,
porta sempre con sè sensazioni ed emozioni bellissime... Sono
365 giorni di vita concentrati in 24 ore... Sorrisi... Ricordi... Abbracci
di persone che ti ricordano piccola. Immagini sfuocate che di punto
in bianco aprono nella tua mente sprazzi di vita vissuta... Radici...
Amici di quelli con la A maiuscola... Risate a crepapelle... E piccoli
gesti che ti fanno sentire il cuore pieno di commozione. E così
dalla sera stessa... dal ritorno a casa... inizi a sentire la mancanza
di quel calore che ti ha circondato per 24 ore... quel calore africano
che riescono a sentirlo e ad assaporlarlo solo gli eletti... quelli
che hanno avuto la fortuna di conoscere coloro che sono nati e vissuti
in questa magica terra...
Grazie di tutto amici miei...
Stefy
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Ricordate
Lino Toffolo quando ha detto, con la sagacia che lo distingue, che le
stagioni della vita sono sostanzialmente tre: giovane, adulto e te
vedo ben?
Gemellaggio
Mai Tacli/Chichingiolo: te vedo ben! Test superato e la
linea di continuità può esserci con la buona volontà
di tutti, giovani e adulti.
Di te
vedo ben ne ho sentiti parecchi, indipendentemente dallappartenenza
maitaclista o chichingiolesca. Loro, gli adulti, sono ricchi
di ben XXXVI raduni, noi ovviamente meno, ma dove oggi ci siamo noi
loro ci sono passati prima. Siamo proprio come le due magnifiche torte
finali: grafica diversa ma identici gli ingredienti e la bontà.
Ho gioito
di tutto, anche della pioggia che mi ha vista girovagare per Riccione
alla ricerca delle Conchiglie, lavandomi gli occhiali e il naso a ogni
richiesta di: Scusi, per le Conchiglie? che ha anche ottenuto
lironica risposta di: a Mare!.
Determinata,
mi sono avvicinata al lungomare e ho finalmente trovato le Conchiglie!
Sotto unacqua torrenziale mi sono imposta di non recriminare per
la messa in piega che era andata a quel paese e le scarpette di vernice
annegate ma di considerare che raduno-bagnato-è-raduno-fortunato.
Appena ho
visto tanti volti così noti da essere famiglia, è stata
subito casa.
A cena mi
hanno un po gabbata gli acufeni. Sospetto che di acufeni si trattasse
quando è cominciato il disturbo di ronzio, fruscio e crepitio
durante la cena. Non sentivo niente, mi perdevo le battute migliori
e quindi il gusto della risata. Il brusio di trecento persone evidentemente
saliva al basso soffitto per poi ricadermi in testa insinuandosi nelle
orecchie. La musica poi una mannaia finale. Guardavo beota i visi che
mi parlavano e dovevano ripetere il concetto perché leggessi
il labbiale. A me al raduno non importa il numero delle portate: mi
è necessaria la conversazione al tavolo, perdindirindina! Acufeni,
what else? Ecco, proprio potendolo fare, avrei optato per un paio di
portate in meno e un metro di soffitto in più con densità
del suono più moderata
tantè, sè
fatta piacevolmente notte.
Il mattino
dopo il cielo prometteva sereno e infatti passetto passetto il grigio
è diventato azzurro. La partita è stata spassosa, i giocatori
gloriosi, il portiere eroico e larbitro er mejo der mejo. La tifoseria
discola, chiacchierona e impertinente
E
seguito il pranzo ricco anche di solidarietà: qualche bicicletta
arriverà felicemente a Massaua per facilitare il trasporto a
scuola di studenti volenterosi e promettenti.
Torno a
casa con un libro che ho avuto dalle mani del suo Autore (lho
capito solo dopo ma lui, generoso, mi ha scritto una bellissima dedica),
ne pregusto la lettura sfogliandolo: Ricordi: sono perle preziose,
sono gemme vive della vita. Vanno legate al cuore con fili doro
dice. Ma questa è lessenzialità del raduno, il motivo
per cui si arriva con entusiasmo ogni anno allappuntamento! Gemellaggio
Mai Tacli/Chichingiolo: te vedo ben, nonostante!
D.
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RENATO
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O così...
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...o così!
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Martedì
18 Maggio 2010
Il raduno è quellemozione che inizia a prenderti quando
sali in macchina e inizi a macinare chilometri verso il luogo scelto.
Il raduno
è quella cosa che durante il viaggio ti fa dire ma che
ci vado a fare? e poi quando arrivi e trovi gente che ti chiama
per nome e ti saluta con allegria e tu ricambi con pari entusiasmo facendo
finta di conoscerla ma contemporaneamente sottoponi le tue meningi ad
uno sforzo immane per ricordare e ti domandi e questo chi diavolo
è?.
Il raduno
è quellemozione che cresce sempre più quando rivedi
quelle persone con cui anni addietro non avevi mai condiviso nulla,
ad eccezione di un paio di loro, e che forse a malapena conoscevi e
che adesso da qualche anno a questa parte, pur continuando a non condividere
nulla, ti ritrovi legato da un nonsocchè di inspiegabile, da
qualche cosa che non sai come e perché sia nata, ma cè,
e sai che è sincera e spontanea e per questo ti piace, ti emoziona.
E lamicizia.
Il raduno
è quella cosa che ti fa passare la serata al tavolo con questi
amici speciali tra risate legate a sottintesi, doppi sensi e quantaltro
che gli esterni, forse per compassione, non chiamano la...
neuro.
Il raduno
è quella cosa che per un giorno intero non ti fa pensare alla
vita quotidiana, ai problemi, alle difficoltà, per lo meno a
tutto ciò ti lascia poco spazio.
Il raduno
è quella cosa che al mattino dopo ti fa fare colazione a mezzogiorno
nel (forse) unico bar aperto della zona perché qualcuna è
rimasta piacevolmente abbracciata a Morfeo e ha fatto passare lora
della colazione dellhotel.
Il raduno
è quella cosa che davanti a cappuccini, caffè e cornetti
farciti e non, e pur con il bis, ti fa trovare a scucire, ricucire e
ricamare, nonché, lavare, stirare e piegare le cose altrui ma
senza un velo di malizia o cattiveria, forse con addirittura un po
di giustificazione e comprensione.
Il raduno
è quella cosa che ti fa ritrovare chiuso in una stanza dellhotel,
a ora di pranzo oramai inoltrata, a ridere ancora e prendersi in giro
mentre i flash delle digitali impazzano immortalando ora i colli fiorentini
ora il mappamondo di google zoomato su una regione veneta.
Il raduno
è quella cosa che chiuso in quella stanza ti ritrovi tuttantratto
sommerso di regali. Piovono pacchetti, bustine, sacchettini (qualcuno
anche con un profumo inimitabile) da ogni parte. Non ti rendi nemmeno
conto di cosa succede, senti solo delle vocine quasi timide che ti sussurrano
è solo un pensierino, nulla di importante,
ma forse non sanno che sono cose di unimportanza assoluta che
ti lasciano lì, impietrito, stupito, quasi in imbarazzo. Ti lasciano
felice. Non sai cosa dire, cosa fare e quasi in apnea e con forse lunico
filo di fiato che ti ritrovi in quella gola ormai chiusa riesci a dire
solo un misero grazie.
Il raduno
è quella cosa che allora X devi fare ma che vorresti rimandare
a domani e magari anche a dopodomani: i saluti.
Il raduno
è quella cosa che quando, solo in macchina, mentre macini i chilometri
della via del ritorno, ti lascia il vuoto, quel vuoto che speri però
di ricolmare il prossimo anno magari con tutta la rosa al completo senza
indisponibili o infortunati.
Grazie a
tutti di cuore.
P.
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Come
di consuetudine, buon lavoro fatto e da fare!
Saluti.
Aldo Negrin
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