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LI MEZZANI, PALAU, PULPUGGIA, PLENILUNIO E LE FERIE
(con plumeria, neem e lepre dalle parti di Ichnusa)
 

Li Mizzani, pressi di Palau, 15 Luglio, luna piena: il top per una ricarica energetica come tradizione comanda tramandare.
Gruppo di Asmarini: lo stesso che si era riunito un paio di giorni prima a Pulpuggia, lo spicchio di paradiso sovrastante Olbia dove Mario e Sabah hanno ospitato il Gruppo imbandendo la ricca tavola con zighinì, ma anche con altre prelibatezze libanesi e non. (Sabah riesce a preparare per una sera delizie che io non saprò mai preparare per un mese…)
Pulpuggia, una fetta di montagna di macchia mediterranea: alberi di olivastri, lecci, corbezzoli, allori, ginepri, pini e cespugli di lentisco, mirto, cisto. Appena sotto la macchia Mario coltiva un frutteto di aranci, limoni, fichi, meli e... zaitun!
E' ancora affinità Eritrea-Sardegna.
Ci sono alberi di plumeria e piante di neem che completano l'effetto medio/bassopiano-eritreo dove siamo cresciuti. La malia del mix sardo-africano si rinnova alla sera quando dall'alto del monte scendono le famigliole di cinghiali, così simili ai loro cugini facoceri. Mi vengono in mente gli appostamenti controvento laggiù ai pozzi artesiani scavati sul letto del fiume Barca, quando la selvaggina di sera si avvicinava per bere. I facoceri arrivavano al trotto sulle loro poderose zampette in netto contrasto con l'elegante e leggera falcata delle gazzelle e dei passi in punta di zoccolo dei Dik-Dik.
Qui a Pulpuggia i cinghiali scendono trotterellando veloci, perchè in discesa, e li senti avvicinarsi nel silenzio rotto solo da qualche campanaccio nelle lontane stalle. Poi, cautamente si fermano. L'aria ha portato loro il nostro odore, allarmandoli. Noi non ci muoviamo, trattenendo anche il respiro e loro allora proseguono indisturbati la passeggiata notturna.
Oggi (15 Luglio, luna piena) il gruppo si è incontrato in pizzeria per un giusto ristoro prima di avventurarsi sulla SS125 che verso mezzanotte li porterà alla Tomba dei Giganti.
Al momento della partenza però qualcuno ricusa: Mario Toti, con consorte Sabah, si ritirano in quanto - dicono - hanno già visto e già fatto il carico di energia la volta scorsa...
Peo Tripaldelli e consorte Nanna avrebbero forse voluto ma poi propendono per il sonno dei giusti...
Ninni Alfieri e consorte Vittoria Ghevre aderiscono, nonostante durante il tragitto li assalga l'altalenante dubbio sulla bontà della direzione presa...
Antonella Toti e consorte Sergio con figlio Tullio + morosa Silvia si adeguano al gruppo, forse più per squisito vincolo di ospitalità...
Vanni Pelizzari (e consorte Daniela Toti/promotrice dell'uscita), aveva sperato che i figli Luca + morosa Mara e Marco declinassero l'invito, ma visto che loro ci stanno, abbozza conciliante.
La SS125 in effetti a me sembra tanto strada di casa perchè non differisce molto dalla Elaberet/Cheren che si faceva di notte per andare al cinema: nemmeno una luce se non quella dei fari. Sarebbe buio pesto ma noi abbiamo la luna piena e l'idea di fare la ricarica energetica. Quando lasciata la strada asfaltata prendiamo la strada bianca, c'è anche una lepre che dopo un atterrito zig-zagare riesce ad uscire salva dal cono di luce dei fari. Con l'aiuto del GPS dell'I-phone riusciamo a trovare il posto. Parcheggiamo e proseguiamo a piedi, respirando aria salmastra mista al profumo di cisto e lentisco, sorpassando inavvertitamente il sito e inoltrandoci ignari nella brughiera sarda illuminata dal plenilunio salutato dal frinire di grilli e cicale.
Quando la perplessità generale sul dove siamo diventa tangibile, è ancora il provvidenziale GPS dell'I-phone di Luca a dirci che ci siamo lasciati la tumbas de sos gigantes alle spalle. Torniamo indietro rinfrescando la nozione della visita. Il granito ha una proprietà magnetoterapico naturale e gli antichi lo sapevano. Le civiltà nuragiche rilevavano con i rabdomanti i punti di maggior magnetismo e lì costruivano i luoghi di culto e di cura. La "radioterapia neolitica" è gratuita e curativa, dicono, per mal di testa, dolori, ansia e quant'altro. Con il plenilunio tutto ciò è potenziato: ecco perchè siamo qui stasera.
Finalmente arriviamo alla Tomba, datata Bronzo Medio (1500-1200 a.C.). Togliamo le scarpe perché il contatto sia diretto e ci sediamo a turno davanti alla stele principale. Non siamo esattamente rispettosi dell'atmosfera, perchè c'è chi cerca di ricaricare il cellulare con l'energia del sito, c'è chi mima Maciste, chi invece - come me e Vittoria - spera ottimisticamente di poter risolvere un pochino il fastidio alla colonna vertebrale, sdraiandosi direttamente sotto la colonna votiva.
Guardo il viso dei presenti: l'atmosfera un po' celtica e un po' compagnona ha lasciato in tutti un sorriso. E' tempo di andare: ci siamo divertiti.

Daniela all'infornata
Ninni e Vittoria
Famiglia Datome
Familgia Pelizzari
I Maciste

Tornando vediamo ancora una lepre che zig-zaga alla luce dei fari, per poi scartare verso la sicurezza del buio.
Bella la Sardegna anticamente detta Ichnusa, bella la luna, bella la compagnia.
Non mi sorprendo, condividendone pienamente la scelta, che sempre più numerosi asmarini scelgano di avere una casa in questa bella isola dalla forma d'impronta. "Ichnusa: impronta lasciata in mezzo al mare da un dio che proseguì poi per la sua strada senza voltarsi…".
Un @bbraccio "magneto-energetico" da
D.


27 Agosto 2011



 
LACRIME D'ESILIO
 

 

Foto C. Fareri

Nei tempi moderni, le buone e cattive notizie si diffondono molto rapidamente per mezzo del nostro compagno quotidiano: l´Internet. Ho guardato in questo "compagno" e cercato in lui notizie sulla mia scuola "Scuola elementare Sant´Antonio" che è a Godaif, mio avito luogo di nascita. Sono entrato in http://www.albinesi.com e ho visto un Angelo nel mio monitor, un Angelo, che mi fa ricordare che la vita sia cosi breve.

Il mio Angelo si chiama "Padre Rufino" . Sì "L´ANGELO CHE HA VISSUTO SOLAMENTE PER L'ERITREA", e specialmente per Godaif.
A questo momento è caduta la mia prima lacrima sulla mia tastiera, i miei occhi s´appannano; intorno a me si copre tutto di nebbia, sì come la nebbia di Arba Roba. Ho avuto voglia di demolire il mio computer e tutto intorno a me. La mia gola si è bloccata totalmente, e ho avuto la necessità di sfogarmi. Ho allora cominciato a scrivere senza pensare tanto. Ho scritto questo articolo, sulla mia scuola Elementare Sant´Antonio e il suo Angelo Custode Padre Rufino.
Sant´Antonio di Godaif ai miei tempi (1958 - 1963) non era solamente Chiesa e Scuola Sant´Antonio, era il NOSTRO centro - sportivo, sociale, religioso, medico cinematografico, di raduno, e di divertimento. In ogni occasione erano sui di noi quei dolci occhi di padre Rufino che ci custodivano. Se succedeva qualcosa, avevamo tutto là. Altri Fratelli e Suore collaboravano col mio Angelo.

Cinema: sempre dopo la scuola di religione, di Domenica, andavamo nella sala del televisore per vedere i Film con i cowboys-west, trasmessi dalla "Kagnew Station". Questo era per tutti noi l´unico contatto con il televisore. La televisione di Sant'Antonio era l'unica televisione a Godaif (se non in Asmara) a quei tempi. Molti di noi venivamo per veder i Film, e non purtroppo per la scuola di religione. Grazie Padre per le prime nozioni religiose, che son rimaste nel mio capo fino ad adesso, e che mi hanno dato un Credo forte. La maggioranza dei ragazzi erano "Copti" e questo non ha vietato a Padre Rufino di insegnarci nozioni su Dio. Padre Rufino non ha cercato di convertirci ma ha voluto solamente insegnare il Credo di Dio. Cercavamo sempre di rimanere bravi e per non sentire il suo "fischietto", che non rimaneva nelle sue tasche, e che sempre lo usava quando un bambino si comportava male.

Centro Sociale: agli scolari che non hanno potuto continuare la scuola dopo la terza media, Padre Rufino ha sempre procurato un lavoro presso il Cotonificio Barattolo o presso la Fabbrica Metallica "Magnotti". In terza media si dava anche insegnamento " Tessile", che era impartito dai tecnici di Cotonificio Barattolo.

Centro Sportivo e di divertimento: sempre un volta l´anno durante la processione annuale di Sant´Antonio di Padova si faceva la lotteria dei giocatoli e biciclette, e le coppe sportive da distribuire alle squadre di calcio. Poi c'era l'albero della cuccagna, tutto bene ingrassato.
L´arrampicamento su questo palo della cuccagna era il nostro gioco preferito. Chi ci riusciva ad arrivare in cima si prendeva il cestino "Zembil" alla fine del palo, ed era il nostro eroe dell´anno e godeva di totale rispetto per tutto l´anno. Itiopia Wassie era uno degli invincibili nel prendere il cestino, e non tutti eravamo suoi tifosi perché lui era di Godaif e i concorrenti erano da Gheza Banda o Gejeret o Tira al Volo o Villagio Genio ecc. La tattica era prima di lasciare provare i deboli, così pulivano il grasso alcuni metri, dal palo che si trovava al cortile della scuola.

La lotteria: tutti i bambini sognavamo di vincere una delle delle biciclette che stavano fra i premi della lotteria. Una volta la vinse uno di Godaif, Simon Haile che adesso lavora come Geometra in Asmara e tutti eravamo gelosi di lui.

Centro Medico: prima di andare all´ospedale o dal dottore per noi era obbligatorio di andare prima nel centro medico di Sant´Antonio. Tutti noi e i nostri genitori avevamo fiducia nelle benedette mani delle Suore di Sant´Antonio.

Centro Religioso: le lezioni delle ore di religione nella Domenica erano in Tigrino. Padre Rufino il tigrino lo parlava perfettamente con dolce pronunzia italiana, Padre Rufino era l´unico padre cattolico che andava nella chiesa Copta di Godaif "Abuna Tateos" e che pregava e recitava la messa in TIGRINO E GHEEZ con i sacerdoti copti. Padre Rufino visitava i nostri genitori a casa. Mi ricordo un giorno quando padre Rufino ha visitato mio nonno: mi tremavano i piedi come se avessi visto una meraviglia. Quel giorno si sono radunati tanti bambini a vedere il Padre nel loro quartiere; quando egli veniva, ognuno di noi riceveva caramelle. A proposito di caramelle: l´unico regalo di Natale che ricevevamo, erano i regali del Sant Antonio. Chi andava a scuola in Sant´Antonio, lo riceveva dalle maestre, e quelli che andavano nelle scuole Governative lo ricevano in chiesa o durante la scuola religiosa di Domenica.

Carissimo Padre Rufino, grazie per tutto che Lei ha fatto per noi. Per noi Lei è già un ANGELO e sono sicuro che sia in Paradiso accanto all´Onnipotente. Questo mi dà gioia e leva la nebbia attorno a me e Lei mi mandi il sole. Sono orgoglioso di essere stato un suo scolaro. GRAZIE.
Mesfun


11 Settembre 2011



UNA PILLOLA DI STORIA
di Luigi F. Bonifacio
 
- oo OO oo -
 

Novembre 1951. L'alluvione del Polesine. In Asmara ci mobilitammo tutti. L'Istituto Vittorio Bottego formò delle coppie di studenti che, con la coccarda tricolore sul petto, andarono in giro per la città a raccogliere fondi (la mia compagna ed io eravamo la più bella coppia del mondo; peccato che non ricordi chi fosse, eran tutte intelligenti). L'associazione sportiva Eritrea organizzò una serata schermistica facendo pagare addirittura, prima volta al mondo, l'ingresso, per il Polesine. In Eritrea furono raccolte diecimila sterline, un calzolaio fornì una enormità di scarpe; un falegname provvedè all'imballaggio; il Lloid Triestino trasportò gratuitamente il tutto da Massaua all'Italia.
Qualche mese dopo un ingegnere direttore di un giornale asmarino, di ritorno da un viaggio in Italia, fece sapere che al Polesine erano arrivate mille (1000) sterline: era stato addebitato il costo dell'imballaggio delle scarpe, il trasporto da Massaua in Italia e non so quante altre cose.
Da quel giorno del 1952 se ho da fare beneficenza, la faccio diretta.

 

15 Novembre 2011



GUEREZA
di Daniela Tot
i
 

 

Ho una simpatica collega in ufficio che si è tinta i capelli in maniera fantasiosa, lasciando scuri e lunghi quelli in superficie, corti e biondi chiari quelli di sotto. La trovo alla macchinetta del caffè e vedo che raccogliendo in una coda i capelli più scuri questa appoggia su quelli chiari e mi viene spontaneo dirle: “Mi sembri una guereza!” Mi guarda stupita e mi chiede: “Una che?” “ Una guereza, sai quelle belle scimmie con l’elegante mantello nero e bianco, a pelo lungo...”. No, lei non lo sa e non lo sanno nemmeno gli altri presenti.

Ma per forza, penso io, io sono abissina come le guereza-abyssinian-black-and-white-colobus e loro invece no. E tornandomene alla mia scrivania con il caffè che diffonde un aroma rigenerante, ripenso alla prima volta che ho visto le guereza ad Asmara, in una gabbia all’Expo ‘69.

Prima dell’apertura ufficiale, mentre gli stand erano ancora in allestimento, quello della Elaberet Estate aveva esternamente un posto-stalla dove sarebbero state ospitate due esemplari rappresentanti le mucche dell’allevamento di Elaberet: una pezzata bianca e nera di razza Frisona e una pezzata bianca e marrone di razza Ayrshire. Papà mi aveva chiesto di disegnare sui muri dell’angolo adibito a stalla due mucche ed io ne ero così fiera ed allo stesso tempo così preoccupata di non riuscire nell’incarico che cominciai a sognare e disegnare bozzetti di mucche da subito.

Mi sarei trovata in compagnia di un vero artista, Gianni Montemanni, al quale era invece stata richiestal’esecuzione di un murales con la veduta della piantagione che lui poi realizzò in modo davvero mirabile. Le mie mucche erano invece una via di mezzo tra la mucca della fattoria di Nonna Papera e la mucca di Mariarosa, (sempre quella del lievito Bertolini) ma mi facevano ugualmente sentire un po’ artista.

Stavamo ormai ultimando i murales (quello di Montemanni davvero artistico e i miei diciamo... simpatici) quando qualcuno ci disse che erano arrivate le scimmie in uno stand non lontano. Curiosa andai subito a vedere ma quello che mi si presentò era uno spettacolo tristissimo: le scimmie, reduci da un lungo viaggio su camion che le aveva sballottate per le strade ricche di curve che salivano dal bassopiano, erano nervose e spaventate. Le amadriadi dalla folta criniera e dal rosso fondoschiena si sbattevano da una rete all’altra in orizzontale. I cercopitechi facevano lo stesso ma in verticale appendendosi a travi d’appoggio.

Ma quando vidi le Guereza (“...che portano giù pei fianchi una frangia di lunghi peli bianchi come la neve e ondeggianti come un ricco mantello”, definizione che ho trovato in rete ed è di Giuseppe Costanza – Il tecnico operaio conciatore e pellicciaio) rimasi davvero affascinata: una sembrava una regina in lutto, con il manto orlato di ermellino e la lunga candida coda. Un altro invece pareva un magistrato con la toga. Il loro splendore, opacizzato dalla prigionia, ispirava grande malinconia.

E non potei fare a meno di pensare a quei tappeti rotondi bianchi e neri che si vendevano nei locali negozi di artigianato o, peggio, stesi sotto qualche tavolino nei salotti delle case e ringraziai mentalmente la mia mamma per il suo arredamento così essenziale che non comprendeva mai animali, nè vivi nè morti. Quante meravigliose nobili guereza venivano immolate per ogni tappeto? Ma perchè era ammesso? Ci sarebbe voluto un film come "La carica dei 101" per sensibilizzare la gente e far sì che chi comprava i tappeti di guereza capisse di avere in realtà il cuore di Crudelia De Mon?

Expo ’69 fu un evento importante. Convergevano ad Asmara le peculiarità di tutti gli angoli di quel meraviglioso paese facendomeli conoscere. Fu quando elessero Zeudi Araia Miss Expo, l’inizio di una lunga strada che l’avrebbe portata come imprenditrice nell’industria della produzione cinematografica. Per casa nostra coincise con l’acquisto del primo apparecchio TV. Pare infatti che l’importatore, essendosi aggiudicato la bella fornitura di TV per l’Expo, ne avesse fatte arrivare una partita abbondante da fornire anche le abitazioni che ne erano prive ad un prezzo decisamente abbordabile. L’entrata in casa del primo televisore era all’epoca un avvenimento speciale. Un canale solo. Un bottone per accendere e uno per spegnere. Bianco e nero. Una scatola magica alla quale non chiedevi di più perché era già “il più” dell’immaginabile. I programmi TV erano trasmessi dalla Kagnew Station, in americano: Mission Impossible, Star Treck, Rawhide, Bonanza, Lucy Show, Laugh-in, The Muppet’s Show, Voyage to the bottom of the sea, The Ed Sullivan Show, The Big Valley, Bewitched… qualcosa è riproposto ora sul canale Fox Retro ed è come sfogliare un album di foto ingiallite dal tempo che ti è stato per un po’ compagno di viaggio…

Suona il telefono. Finisco di fantasticare e mi ritrovo alla mia scrivania con il caffè ancora in mano. Freddo. Torno alla realtà rispondendo alla cornetta.
@
D.

PS: Ho ripescato anche Gianni Montemanni. E' stata una bella telefonata, con lui che ricordava il mio papà con il quale aveva lavorato ad Elaberet. Ma non ha più niente di tutto quello che ha fatto laggiù. Ha un sito web, se può interessare. Questo è l'indirizzo: http://www.indicidarte.it/montemanni_giovanni.htm

 

20 Novembre 2011



NATALE 2011

 

Carissimo mondo Kikki,
E’ arrivato il nuovo calendario 2012 ed è tempo di auguri. Lord Kikki usa spesso l’espressione “Buon Tutto”, che effettivamente è un augurio totale, che nulla esclude.
In sottofondo ho messo John Lennon, che spero vi piaccia, mentre vorrei ricordare con voi il 2011 trascorso insieme sulle pagine del Chichingiolo.

So this is Christmas

And what have you done?

Another year over

And a new one just begun

Il clou della stagione è stato il rendez-vous a Rimini, in Maggio, dove ci siamo rivisti con il piacere e l’allegria di sempre. Al momento dei saluti, ricorreva la frase “alla prossima”, e così sia!

And so this is Christmas

I hope you have fun

The near and the dear one

The old and the young

Sono stata con voi, provando a farvi sorridere nei racconti del rito Rogè, della Lettera 32, di Asmarini riuniti a Li-Mizzani, delle splendide Guereza e dell’Asmara Film School. Mesfun ci ha emozionati ricordando Padre Rufino da Godaif e Luigi Bonifacio ci ha partecipato un ricordo sul buon cuore di Asmara. Franco Caparrotti ha intervistato Claudio e Rosanna Fareri rispettivamente il figlio e la nuora di un vecchio coloniale e in quei ricordi ci siamo ritrovati un po’ tutti.

And so this is Christmas

For weak and for strong

For rich and the poor ones

The world is so wrong

L’album del Chichingiolo si è arricchito di nuove foto: i nonni orgogliosi ci hanno comunicato che a gennaio sono nati Dario Negrin e la nipotina di Valentino Valentini, Giulia. Elena Marvasi ha compiuto 90 anni (ancora tantissimi auguri!), Tania Giusto si è laureata in psicologia (congratulazioni!) e Silvia Weiss si è sposata (bella e dolcissima).

Se ne sono andati in tanti, troppi: Mario Sogaro, Rosario Di Lorenzo, Roberto De Luigi, Lina Gai, Lisa Cahan, Abdu Ahmed Gumeshi, Livia Margotti, Sandrino Plutino, Giuseppe Artioli, Caterina Pagano, Giovanni Pantalone, Vittorio Volpicella, Rosa Bonifacio, Giorgio Vatalakis, Suor Annunziata, Bruno Piccoli e Sandro Giaquinto. A loro e ai loro cari il nostro affetto, e per Livia sempre un posto speciale nel mio cuore.

And so happy Christmas

For black and for white

For yellow and red ones

Let's stop all the fight

Vabbeh, lo sappiamo, c’è anche Facebook. Lo uso anch’io, in modo un po’ goffo. È un altro mezzo che, immediato, ci fa ritrovare e ci riunisce virtualmente, facendoci trascurare un po’ il Chichingiolo.

Il Kikki però per me è e restarà speciale e quindi è dalle sue pagine che, con il Mitico JL, vi dico:

A very Merry Christmas

And a Happy New Year

Let's hope it's a good one

Without any fear

@ D.

 

17 Dicembre 2011


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