Le mani nel cassetto del Chichingiolo
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BRUNO ANDREA DALMASSO SI RACCONTA
(Intervista raccolta da Franco Caparrotti)
Seconda puntata
A Massaua A MacallèBruno ci hai parlato della Guerra, di fatti ed eventi storici e aneddoti molto toccanti. Hai pure detto però, che l'Eritrea era bella e spensierata e che si stava bene. Sicuramente la nostra comunità avendo investito in risorse e sacrifici voleva pure continuare e quindi si organizzava anche con il tempo libero con lo sport, con eventi culturali ed altro. Iniziamo a parlare di sport. Non di calcio o di automobilismo, in quanto sono già stati trattati, ma degli altri, sicuramente non minori dei primi.
Un altro sport molto in voga era il ciclismo. Sicuramente dopo il calcio era il ciclismo lo sport che appassionava di più. C'erano i fratelli Barillà, c'era Oggero, molto conosciuto in quanto aveva partecipato a diversi "Giri d'Italia", Alessandra (quello che aveva le imprese di costruzioni), i due fratelli Bulian. Ultimamente uno dei fratelli Bulian alla bella età di 75 anni è diventato compione del mondo dei seniores. Una recensione in merito è apparsa recentemente sul Mai Taclì.
Un altro sportivo noto a tutti in quanto poliedrico, era Pazzè chiamato anche l'olimpionico in quanto aveva partecipato alle Olimpiadi di Anversa nel ciclismo. Pazzè oltre al ciclismo, correva in macchina con la Bugatti, faceva equitazione e si cimentava al galoppo. Poi per finire era campione di Tiro al Volo (su tutte le spiacialità).
Il ciclismo, si articolava con le classiche di circuito. Il famoso circuito "Mape", poi le classiche in linea. Asmara - Decamerè - Aselbà. Oppure, Asmara - Scicchetti - Asmara o Asmara - Teclesan - Asmara sulla strada per Cheren. Poi c'era il giro della Piana D'Ala. Partenza da Asmara, giù a Nefasit da qui per Mai Abar, Decamerè e Asmara. Una classica molto dura. I contendenti erano Domenico Oggero, un camionista, che aveva una bici bianca con il famoso cambio "Vittorio a Margherita". Come detto precedentemente, era un esperto avendo partecipato a diversi Giri d'Italia vincendo pure delle tappe. Correva contro Binda ed era en velocista fortissimo. A lui si contrapponeva il classico scalatore, Nunzio Barillà. Altri bei corridori erano, oltre ai Bulian, Zoli e Guareschi di Decamerè, Savelli, Bizzotto, Martoni e un giovanissimo Luigino Risso che poi fece carriera in Italia tra i dilettanti. Non diventò mai professionista.
Durante l'amministrazione inglese, iniziarono a correre pure gli eritrei e il nome di punta e che vinceva spesso era un certo "Berberè". Questo era il suo soprannome. Anche i giornali lo chiamavano così
Non ti ricordi il nome?
No, no davvero. Come vedi anche le "Memorie Storiche" hanno buchi di memoria.
Stai tranquillo, non ti rimproveriamo per questo.
Oltre a "Berbere" merita la nomination anche un certo Gheresghier di Decamerè, valido antagonista.
Un altro ciclista nostrano, diventato famoso, simpaticissimo e molto amato dal pubblico era un certo Saba (un autista sardo che lavorava al Consolato Francese). Partecipava a tutti i circuiti "Mape" ed arrivava sempre ultimo. Il fatto curioso era che partiva con tutto il gruppo. I giri del circuito erano 50. Lui ne faceva 10 e poi s'inguattava tra il pubblico perché non aveva le forze. Nessuno si accorgeva della sua assenza. Quando poi mancavano gli ultimi 10 giri, rimontava in sella e di nuovo in mezzo al gruppo. Grazie a questo stratagemma riuscì un paio di volte a classificarsi tra i primi dieci. Qualche volta veniva scoperto e squalificato, ma il più delle volte la passava liscia anche perché il pubblico lo proteggeva. Quella sua non era una furbizia antisportiva che lo avrebbe sicuramente messo in cattiva luce, ma semplicemente voglia di partecipare pur sapendo di non avere le capacità.
Moltissimi italiani rientrarono in patria e molti altri smisero per raggiunti limiti d'età. Il ciclismo continuò con la sua Federazione ed era molto attivo. Alcuni giovani italiani continuarono a far parte del gruppo e tra questi annoveriamo: Amici, Casini, Catinello, poi Mazzola e Saglimbeni, Carmelo Saglimbeni che i locali lo chiamavano "Caramello". Saglimbeni negli anni sessanta si aggregò alla formazione etiopica di ciclismo ed andò in Messico e partecipò all'Olimpiade ma senza fortuna.
Prima di passare al pugilato, "l'arte nobile" dello sport, così almeno è stato definito dai più, parliamo degli sport acquatici a di equitazione.
Per gli sport d'acqua c'era Massaia, la perla del Mar Rosso. Si faceva nuoto, pallanuoto e gare di vela. A vela il migliore di tutti è stato il Dottor Trimarchi. La pallanuoto si faceva al Lido. Si mettavano le reti in acqua e si delimitava il campo. A volte si facevano partite e gare di nuoto anche ad Asmara, alla piscina Mingardi.
Mi ricordo del grande Carlino Pigliapoco...
Si, Carlino è stato Campione Italiano ed ha partecipato anche all'Olimpiade. Grande maestro di nuoto, ha insegnato un po' a tutti. Chi andava forte, chi pistava erano Andreasi e Fedi di Asmara, mentre a Massaua c'era Cavatozzolo.
Mentre sull'equitazione? Non era certamente uno sport alla portata di tutti, nel senso che era abbastanza costoso.
C'era l'ippodromo di Campo Polo con la pista rossa in terra battuta esterna ed era teatro delle corse di trotto (si correva anche in bicicletta e in macchina). L'anello interno con terra meno compatta era usato per il galoppo. C'erano le siepi e gli ostacoli, una bella tribuna, insomma era stata fatto ad hoc come d'altronde tutte le cose costruite dai nostri connazionali.
Tra i cavalieri che primeggiavano in questo sport c'erano i fratelli Dal Monte, De Paoli, Guizzi. C'era pure un'amazzone di cui non ricordo il nome, che era brava e competitiva. Chi dirigeva e organizzava le gare era il Commendatore Costantino
E la scherma?
Oltre al pugilato, si tirava anche di scherma. Il Gruppo Sportivo Eritrea catalizzava questo sport completo e qui mi ricordo un paio di nomi solamente. Lovacco che è stato Campione dell'Eritrea e Benini che era compagno di scuola di mio fratello al Liceo.
Veniamo ora al pugilato.
Il campione che ha fatto sognare ed impazzire le platee di pugilato era il peso massimo: Dea. Ha tirato per diversi anni sino all'alba dei quaranta. Memorabili gli incontri contro Vaccaro. Molto più giovane, veloce e tecnico. Dea tra l'altro era scorretto (ed era risaputo). Dava testate, colpi bassi al limite del regolamento, i suoi pugni però erano mazzate e se arrivavano a destinazione, demolivano l'avversario. Altri buoni pugili erano, Naticchi, Turco, Fantozzi, Pappacena che tirava nei medi. Anche lui scorretto ma quando partiva, diventava una furia ed erano "botte da orbi". Altro pugile classico ed elegante era Rocchi, poi c'era Vittorio Ziantona. Velocissimo ed era chiamato "La Gazzella". Tentò pure fortuna in Italia ed in Europa. Vinse diversi incontri ed addirittura incrociò i guantoni contro il francese ex campione europeo e mondiale Fanmmisho (?). Perse facendo un grandissimo incontro.
Bisogna ricordare pure gli arbitri: Plutino, Carletto Doveris e Gigi Fenili. Gigi da giovane era stato pugile anche lui e quindi conosceva bene le regole ed era pure un organizzatore.
Dove venivano organizzate gli incontri di pugilato?
Prevalentemente, veniva usato il cinema Capitol, ogni tanto il cinema Impero o i campi sportivi, sia il campo Cicero che il campo Ferrovieri.
Ti ricordi qualche evento particolare? O qualche incontro memorabile?
Incontri che mandavano in visibilio il pubblico erano le classiche tra Rocchi e Fantozzi.
Ogni serata di pugilato era articolata dai tre ai cinque incontri e l'evento si apriva con un incontro tra "pulcini". Classico quello tra Del Vecchio e Amici. Tra l'altro Amici era un mio compagno di scuola a Godaif. Indossavano questi guantoni e via a boxare. Chissà dove saranno ora questi cari ragazzi? Da ragazzi, molti di noi frequentarono le palestre. Ce ne erano quattro ben attrezzate. L'ho frequentata anche io la scuola di pugilato. Ho preso però tante botte e mi hanno fatto una naso alla "Cyrano di Bergerac" e sono scappato via.
Un incontro che rimane negli annali di questo sport, fu la sfida memorabile tra il nostro Dea e l'inglese campione del Commonwealth, un certo Woodcook o qualche cosa di simile. Correva l'anno 1950, gli inglesi rappresentavano le truppe di occupazione, non correva certo buon sangue, e questa sfida era l'incontro di tutti gli incontri, la sfida della vita e per gli italiani, una vittoria da parte di Dea sarebbe stata come una rivincita, un prestigio enorme. Potete immaginare la serata, letteralmente elettrizzante, tensione alle stelle, pubblico oltre il limite della capienza. Iniziò l'incontro e Dea non badò a mettere in atto tutto il suo repertorio: oltre ai pugni, testate e morsicate e ne fece di tutti i colori ottenendo alla fine una vittoria eclatante con gran piacere del pubblico italiano.
Un altro incontro classico era tra il Dea e il pugile locale Fresghi. Sicuramente sia gli eritrei che italiani si ricorderanno di Fresghi. Fresghi era fortissimo ma vinse sempre Dea. Anche Fresghi tento di fare carriera in Europa non riuscendoci però. Telahun, era un altro buon pugile. Divenne poi massaggiatore del Telecommunication e della nazionale etiopica [di calcio].
Bruno ma tu facevi sport?
Certamente, il calcio. Ho giocato prima con l'Amba Galliano poi sono passato al Telecommunication. Ho abbandonato il calcio in quanto mi sono trasferito a Massaua per lavoro all'Albergo CIAAO.
Ottima occasione per fare nuoto...
No, non avevo tempo. Lavoravo e correvo.
Quindi, se correvi avevi tempo!
Si, ma io correvo dietro le "gonne", era tempo di trovare la fidanzata. Dopo cinque anni di Massaua, sono tornato ad Asmara ed ho ripreso lo sport ma come accompagnatore del Tele. Il Tele, era una bellissima squadra, fortissima, era chiamata addirittura "Brazil" per il gioco che faceva. Ogni partita metteva a segno da tre a quattro gol.
(2 - continua)
7 Agosto 2006
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