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Il Quotidiano Eritreo
18 Marzo 1976
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Tempo
fa, parlando con il nostro "Chichingiolo", lasciai intendere
che mi sarebbe piaciuto scrivere sul calcio ed in particolare sul
calcio in Eritrea. Prontamente "il Chichingiolo" mi mise
per iscritto che avevo già un "Cassetto" a disposizione
e che sia arbitro che guardialinee erano stati prenotati. Quanto all'arbitro
però, spero proprio che non sia il ben noto Sium Tarrekegn
che, se non vado errato, a Messico '70, fece annullare un gol regolarissimo
di Domenghini contro la Svezia.
Quando si scrive, di solito si parte dai primordi per finire ai giorni
nostri. Questa volta però andiamo a ritroso partendo dall'ultimo
evento vissuto a livello internazionale.
Era il 1976 e l'Etiopia, nonostante la situazione interna non fosse
delle più brillanti (conflitto con l'Eritrea per l'indipendenza
e con la Somalia per l'Ogaden), saliva sul palcoscenico del calcio
africano. Si disputava la 10ma Coppa Africa per Nazioni. Questo gennaio
2006 vedrà l'Egitto ospitare la 25ma edizione.
Le nazioni africane allora, anche se avevano dei gran bei talenti
calcisticamente parlando, erano ben lontane dalle performance odierne
e difficilmente i loro giocatori militavano nelle compagini europee.
Ora è tutt'altra cosa (vedi i Weha, i Millà, i Martins
solo per citarne qualcuno). Tornando a quella competizioine, fu il
Marocco a vincere la 10ma Coppa d'Africa regolando nell'ordine Guinea,
Nigeria e l'Egitto (quarta).
La Coppa Africa per Nazioni venne indetta dalla Confederazione Africana
del Calcio nel lontano 1956 con la prima disputa vinta dall'Egitto.
Per ben tre volte la fase finale della Coppa viene disputata in Etiopia,
nel 1961 (che vide proprio l'Etiopia vincitrice), nel 1968, quando
la squadra dello Zaire si fregiò del titolo ed infine nel 1976
che come già detto, consacrò campione il Marocco.
In Eritrea i primi campionati si svolsero nel 1936 e le squadre partecipanti
erano il Gruppo Sportivo Cicero (con il famoso campo sulla strada
per Cheren), il Gruppo Rionale Neghelli, il Gruppo Sportivo Zuco con
campo di calcio proprio a Godaif dove ora sorge il Cotonificio Barattolo,
il Gruppo Sportivo Ferrovieri con campo alla ferrovia, il Gruppo Sportivo
della Marina con sede a Massaua e che annoverava nelle sue file il
famoso difensore Bux, e il Gruppo Sportivo Decamerè con Merlo,
Zanotti e Stocco tanto per citare qualcuno. La passione era tanta
ed altri gruppi e associazioni si costituirono per partecipare alla
competizione sotto l'egida della Federazione Italiana Gioco Calcio.
Tra queste il G.S. Melotti nelle cui file giocavano Mario Vecchio,
Romeo, Galbuio, Favoriti, Abbatantuono, Lo Prete (diventato poi allenatore
in Italia e Sud Africa), il G.S. Genio, il Gruppo Sportivo Amba Galliano,
il G.S. Mar Rosso, il G.S. Hamasien e il G.S. Ghezzabanda. In seguito,
il Grupppo Sportivo Cicero divenne il G.S. Asmara capitanato da Artioli,
e i Ferrovieri e la Melotti si fusero creando la polisportiva Eritrea
che tra l'altro aveva una formidabile squadra di sciabola. Vi erano
anche squadre inglesi formate da militari che giocavano in brevi tornei.
Tra queste si ricordano Il Loyal Regiment, il 525 Transit Camp, il
Rash, il Postel.
Subito dopo la guerra il campionato di calcio riprese regolarmente
addirittura arricchendosi di giocatori professionisti giunti dall'Italia
come Sergio Vigili (Cremonese), Ligabue (Reggiana), Fantauzzi (G.di
F. Della Bosco Tre Case), Luciano De Luigi (Squadra Giovanile della
Roma). In breve tempo la F.I.G.C. sparì e divenne Federazione
Eritrea Gioco Calcio e queste erano le squadre iscritte al campionato:
Asmara, Eritrea (entrambe le squadre in seguito non più iscritte),
Decamerè, Mar Rosso (poi radiata per ragioni politico/religiose),
Hamasien (Asmara S.C.), Akele Guzzai (Amba Soira), Loggo Ciuà
(Mai Leham), Tele S.C. (Telecommunication), Mendeferà, Adulis,
Comboni, Stella Asmarina (S. Giuseppe della Cattedrale). Nella Stella
Asmarina militava l'indimenticabile portiere-capitano, il poliedrico
Mario Mascioli (amato da tutti). In seguito la Stella Asmarina cambiava
nome in C.S. Junior.
Infinite furono le sfide tra queste squadre, moltissime le emozioni
vissute, con campi di calcio gremiti all'inverosimile. Gli spettatori
del Campo Cicero, non trovando posto né sugli spalti a sedere
né in piedi, pur di non perdersi la partita si improvvisavano
acrobati e si arrampicavano in cima ad un cartellone pubblicitario
antistante lo stadio. Il fatto fece vincere ad un nostro connazionale
le mitiche 10.000 lire messe in palio da "La domenica del Corriere"
per la foto curiosa. Non ricordo il titolo della foto, so che citava
qualcosa come ".... Volanti". [La foto in questione,
scattata da Mario Ascari, era titolata "Portoghesi Aerei".
N.d.C]
Il calcio, nel frattempo, continuava a crescere e a fare proseliti
e i mitici campi da gioco menzionati sopra diventavano sempre più
stretti. Fu quindi assegnato all'impresa Pagano l'appalto per
la costruzione di un nuovo stadio olimpico che prese il nome di "Queen
Sheba Stadium". Il calcio, oltre a crescere, cambiava pure "nazionalità",
come giusto che fosse, ma a fare storia erano sempre i "nostri"
con in testa il grandissimo campione plurisportivo Massimo Fenili
che, prima come giocatore e poi come allenatore, inanellava una serie
di vittorie che lo portarono ad essere conosciuto in tutto il mondo.
Fu definito da noi cronisti il "Mago", l'Helenio Herrera
Africano, un po' per la fisionomia ma soprattutto per quella grinta
e voglia di vincere celata dietro una calma da far invidia pure a
Giobbe. Massimo, prima di fare l'allenatore, fu giocatore,
disputando 398 partite in Seria A, di cui 335 nelle file del G.S.
Asmara, 55 con il Tele Sport Club e 8 con l'Asmara S.C. di cui divenne
successivamente allenatore, portandola a grandissimi successi, vincendo
2 campionati dell'Eritrea (70/71 e 73/74) e 3 campionati d'Etiopia
consecutivi (71/72, 72/73 e 73/74). Il primo di questi ultimi, vinto
nel 71/72, mancava dall'Albo della squadra addirittura da quindici
anni. Sui quotidiani locali si leggeva: "L'Asmara Campione Etiopico.
Dopo 15 anni riconquistato lo scudetto." Tra i giocatori artefici
del successo vanno annoverati: Ismail, Pace, Bocrezion, Iemanè.
Le vittorie dell'Asmara S.C. non sfuggirono all'attenzione della stampa
sportiva italiana. Questo il titolo su Tuttosport: "E' italiano
il mago del calcio etiopico", mentre la Gazzetta dello Sport
del 20/06/73, usciva in edicola titolando: "Centesima Vittoria
per l'Asmara di Fenili."
Dopo Massimo Fenili, ricordiamo un altro grandissimo artefice del
calcio che portò l'Amba Soira ad altissimi livelli e alla conquista
dello Scudetto Eritreo, C. Merlo che, coadiuvato dal consiglere Nuccio
Pulvirenti, rese la sua squadra una tra le protagoniste non solo del
calcio eritreo ma anche di quello etiopico. Della "rosa"
rammentiamo i giocatori Elias Mario (il portierone) e un talento naturale,
Ahmed.
Non dimentichiamoci di Enrico Marenco, che presa la guida del Mai
Leham, rivoluzionò i normali canoni tecnico-tattici introducendo
il modulo con il "libero." Enrico non ebbe tuttavia abbastanza
tempo per dare un impronta all'undici del Loggo Ciuà.
Consentitemi di ricordare pure il Mister Quagliata, allenatore del
Junior, dove Pagani e Poggi erano eccellenti strikers e spauracchi
delle difese. Del Tele S.C., a parte due talenti calcistici come Gemil
e Assefau, ricordiamo con ammirazione la figura rotondeggiante e scattante
del famosissimo massaggiatore Telahun (che fu anche grandissimo pugile).
All'ombra del grande calcio si svolgevano altri tornei che seppur
minori erano egualmente di grande interesse, come il torneo "a
sei" giocato sul campo della ferrovia. Venivano organizzati dai
gruppi sportivi dei vari bar rionali, tra i quali l'American Bar,
il Bar Rex, Royal, Moka e il Portico.
Poi la domenica mattina sul campo del Collegio La Salle era di scena
un altro torneo, una sorta di aperitivo al grande calcio pomeridiano.
Si affrontavano le squadre dell'Addio Vecchiaia, il Mini Club, l'Iteghe
Mennen ed altre ancora. Ricordo che era il Mini Club di Marenco, Socci
e fratelli Amarante la squadra da battere; l'Iteghe Mennen era formata
prevalentemente da dottori e infermieri bulgari e polacchi che operavano
all'ospedale di Asmara, mentre l'Addio Vecchiaia era la compagine
più amata. Vinse addirittura un torneo, rimontando all'ultima
partita 2 reti. Un impresa storica che tra l'altro porta la firma
di Ceserone Alfieri e di Sandro Volpi. Altri componenti dell'undici
erano Valenti, i fratelli Romagnoli (Benito e Mario), Caparrotti (modestia
a parte), Fratel Sante e Fratel Amilcare, i fratelli Silla e De Luigi.
"Quelli erano tempi , sì" lo dice pure una famosa
canzone. Bellissimi ricordi, seppur sfocati leggermente dal tempo.