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LA MEMORIA DEL PASSATO E LA CONSAPEVOLEZZA DEL PRESENTE
NELLE SCULTURE DI ANTONELLA MARTINETTO

Testo e foto di Eloisa Mania

Non sono solita a frequentare le mostre di arte contemporanea ma alla personale di Antonella Martinetto da alcuni anni impegnata nella ricerca scultorea con materie particolari potevo esserci. Motivi affettivi in primo luogo che mi hanno fatto affrontare il per me lungo viaggio fino a Bordighera così da poter ammirare i suoi lavori.

Antonella con Ninni Alfieri

Ebbene, non sono stata delusa. La mostra articolata in un percorso installativo interessante proponeva soprattutto opere realizzate in ardesia, materia nobile ma non particolarmente usata dagli scultori, sembra per la difficoltà a trattarla oltreché per la dannosa polvere che sprigiona. Per me, l'ardesia è soprattutto la superficie anonima sulla quale ai tempi di scuola si vergavano con il gesso parole e numeri, ma qui è decisamente altro e mi sorprende quanto Antonella sia riuscita a piegarne la durezza in duttilità quasi avesse lavorato anziché l'ardesia la cera.

Schegge dell'anima
Seme di mango

Scorrendo sui titoli che ha dato lei stessa ai lavori mi accorgo della dimensione poetica cui ciascuno di loro aspira: Schegge dell'anima, Seme di mango … Il titolo mi sembra accompagni efficacemente l'idea formale espressa in sculture essenziali, direi primarie, che ricordano tutte qualcosa di ancestrale, un bisogno di avvicinamento e immedesimazione con la natura e il suo biomorfismo. Ma sono anche ciascuna consapevoli tracce del passato; di un passato da me condiviso che si palesa nelle scritte in amarico che scorrono a caratteri cubitali su steli di ardesia, ma anche nelle croci copte quasi fossilizzate dentro il vetro - altro materiale "difficile" con il quale Antonella sembra aver preso una dimestichezza che meraviglia -.

Stele
Prova di Fede


Forse, mi chiedo, ha voluto in questo modo fissare la sua personale memoria storica, quella del paese in cui è vissuta per molti anni, come me per altro, per riappropriarsene, per riviverla e rianimarla attraverso un processo creativo che pur mantenendola intatta la fa propria?

Coesistenza
Labirinti
Codici

Accanto al passato c'è però anche il presente con la lunga serie delle lastre in ardesia riproducenti il codice a barre, esplicita allusione all'omologazione dilagante che tutto rende uguale e indistinto e dove solo la lettura di un codice stabilisce la differenza. Un po' inquietante a dire il vero, ma Antonella Martinetto ha scelto di dedicarsi all'arte non per compiacere armonie formali ma perché ritengo che in questo lavoro abbia cercato e credo trovato una dimensione di conoscenza e di esperienza che la spinge a confrontarsi con la cultura artistica contemporanea senza dilettantismi e con piena consapevolezza della scelta di vita compiuta.

28 Settembre 2005

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