L'ARTE ORAFA DI GILO E GIANCARLO SGOBBI
|
IL QUOTIDIANO ERITREO - GIOVEDI' 13 DICEMBRE 1973
AMMIRATI ALLA VERNICE DI IERI I LAVORI DEGLI ORAFI SGOBBI
Ieri sera,
al Circolo Italiano, è stata inaugurata dal dottor Armando
Diaz, Console Generale d'Italia ad Asmara, e con l'intervento
di autorità e funzionari, oltre a numerosi invitati, la mostra
di oreficeria dei lavori realizzati da Virgilio e Giancarlo Sgobbi.
Una vernice che è stata, come avevamo facilmente intuito nel
vedere per la prima volta i lavori dei due giovani artisti, un avvenimento.
Perché un avvenimento?
Ovvia
la risposta: perché, intanto, una mostra di orafi ad Asmara
non c'era mai stata, salvo il vedere dei lavori in esposizione collettive
di artigianato; e perché, veramente, i due Sgobbi propongono
all'attenzione del pubblico un loro personalissimo modo di realizzazione.
Solo pochi. ad Addis Abeba e ad Asmara, conoscevano le opere di Virgilio
e Giancarlo. Pochi perché era sorto una specie di segreto,
nel senso che, ad entrare in possesso di questi lavori, desideravano
essere in pochi. Non è che adesso, con la prima mostra inaugurata
ieri e che resterà aperta per alcuni giorni, la produzione
di pezzi si trasformi da unità in quantità più
ragguardevoli. L'oreficeria resterà sempre un'arte, e come
tale espressione del momento creativo di un pezzo.
Virgilio
e Giancarlo Sgobbi hanno veramente cesellato i loro pezzi, e hanno
unito, all'argento, spesso brunito, pietre dure, conchiglie e avorio,
e anche metalli meno nobili. Ma ogni esecuzione conferma una predisposizione
a quest'arte connaturata in loro e, semmai, riconfermata come tradizione
di famiglia.
La mostra è stata un punto di partenza per loro, non certamente
un punto di arrivo. I due fratelli ci sono giunti per soddisfare le
molte pressioni ma anche per meglio farsi conoscere e apprezzare il
loro lavoro.
Ci sono riusciti. La simpatia mostrata, ieri sera alla vernice, non
era di convenienza, ma di ammirazione. Elegante anche l'allestimento
e gli apprezzati effetti di luce.
|
|
|
|
|
|
|
"La
tecnica di esecuzione è antica ma di questa i due giovani
Sgobbi ne sono un po' gelosi". [Da il Quotidiano Eritreo, 9.12.1973,
pag. 2]
|
|
|
|
Ad Ostia, dove oggi hanno il loro negozio, sono ormai famosi. Dal loro
laboratorio in via Mar Glaciale Artico, 15 (tel. 06/5662530, email:
virgilio.sgobbi@virgilio.it.
Web http://www.orosgobbi.it/)
escono trofei per eventi culturali e di spettacolo anche internazionali,
oltre alle creazioni cui ci avevano abituato ad Asmara: le gru coronate,
pellicani ed altri esemplari di fauna africana realizzati con conchiglie
e argento su base in pietra e altro ancora, come potete osservare qui
sopra. Siamo andati a mettere il naso nel laboratorio, prendere un caffè
e fare
DUE
CHIACCHIERE CON GILO E GIANCARLO
il
C. Quando avete iniziato la vostra attività?
Abbiamo mosso i primi passi nel meraviglioso campo dell'oreficeria giovanissimi,
assimilando
le prime nozioni e applicando le tecniche tramandateci dal nonno e poi
da papà. Nascono così le prime idee, le prime piccole
sculture in cera, le fusioni, le soddisfazioni ma anche le delusioni.
La passione era tanta, con il tempo abbiamo superato anche quelle difficoltà
che inevitabilmente si presentano strada facendo. In seguito creammo
le prime piccole opere e i primi abbinamenti tra metallo, conchiglie
e pietre dure.
il C. E il vostro lancio quando avviene?
Il primo importante contatto con il pubblico avviene intorno agli anni
70, quando allestimmo una mostra. Fu il mio ex professore di diritto,
l'Avvocato Gianni Storelli, che ricordo con stima e simpatia, a consigliarci.
Avendo visto alcuni dei nostri pezzi, ci convinse a portare a conoscenza
del pubblico la nostra esistenza in quel campo.
il C. Chi organizzò la mostra?
La vernice fu organizzata al Circolo Italiano ed inaugurata dall'allora
Console Generale d'Italia in Eritrea, Dr. Armando Diaz. Fu un'esperienza
unica, la soddisfazione per il grande apprezzamento di tutti gli invitati
è stato lo stimolo forte per proseguire con orgoglio il nostro
cammino.
il C. E ora?
Abbiamo aperto questo laboratorio qui a Ostia. Negli ultimi anni non
sono mancate altre grandi soddisfazioni: negli anni novanta abbiamo
realizzato numerosi trofei che sono stati assegnati nell'ambito di diverse
manifestazioni culturali e artistiche come lo Zecchino d'Oro, In Famiglia,
Socializzando alle quali è stato assegnato il premio Santa Chiara
che, forse molti non lo sanno, è la Patrona della Televisione.
il C. Avete ideato voi il trofeo?
No, il trofeo è stato ideato dal M.o Pelloni, noi lo abbiamo
realizzato nel nostro laboratorio e ogni volta si tratta di lavorare
ad un'idea in modo da concretizzarne il messaggio e dare ad esso una
forma.
il C. Nei vostri lavori la bellezza della pietra è elegantemente
incorniciata dal metallo e mai ingabbiata, e nell'esecuzione si avverte
il calore e la gioia della creazione. Esageriamo?
Speriamo di no! E´appagante riuscire a trasmettere l'entusiasmo
che ci anima nella creazione.
il C. Grazie Gilo e Carlo e buon lavoro!
[Intervista
realizzata per il Chichingiolo nel
Novembre 2003 da l.d. & r.c.]
|
|
|
LE
ICONE DI SAN TIMOTEO
|
Al parroco
della chiesa di San Timoteo in Casal Palocco Roma, monsignore Lorenzo
Vecchiarelli, venne il desiderio di incoronare licona della
Santissima Vergine Maria e Gesù Bambino, situata sull'altare
principale della sua chiesa. E
infatti antica la tradizione di ricoprire le icone "a riza"
o "corazza" con un rivestimento in argento, oro, pietre
preziose ed ex voto; oppure di arricchire le già pregiate icone
con preziosi diademi, quale segno damore e devozione.
Quando
il parroco ottenne per il progetto lapprovazione e lappoggio
del vescovo Paolo Schiavon, si mise alla ricerca di un orafo che avrebbe
potuto creare e realizzare lopera. E
quale fu la sua gioia quando ha scoperto di potersi avvalere non di
uno ma di due valenti orafi per la realizzazione del suo sogno? Ringrazio
la Madonna di avervi conosciuto ha detto loro Monsignor Vecchiarelli
quando ha visto i primi bozzetti del lavoro.
E
se ne parliamo in questa sede, amici Chichingioli, è perché
questi due artisti altri non potevano essere che i nostri Virgilio
e Giancarlo, i fratelli Sgobbi.
Con
lentusiasmo che li distingue, si sono messi subito allopera;
hanno elaborato il progetto, costruito i due gioielli forgiando loro,
cesellandolo e incastonandone le pietre, per un risultato davvero
eccellente. La
loro certosina pazienza è stata premiata dallesito che
possiamo ammirare nelle foto.
Gilo
e Carlo, orgoglio asmarino!
D.
|
12 Giugno 2010
|