SECONDO
VIAGGIO IN ERITREA
Febbraio 2004
Mantenendo
fede all'impegno morale contratto dal Coro Valsella di Borgo Val Sugana,
un gruppo di amici fra i quali Sandra ed io, è tornato in Eritrea
per realizzare il programma tracciato subito dopo la nostra visita all'ospedale
HAZHAZ di Asmara nel febbraio dello scorso anno.
Ricordo che in quel periodo il nostro Coro si trovava in Eritrea per una
sorta di pellegrinaggio ai Cimiteri dei nostri Soldati e degli Ascari
che avevano combattuto al loro fianco (cfr. pagina precedente). In quell'occasione
il presidente del Coro Valsella, Signor Elio D'Andrea ed alcuni altri
compagni di viaggio, sono stati invitati del dottor Wouldu a visitare
l'ospedale da lui diretto. Ricordo anche che il dottor Wouldu è
stato da noi contattato perché amico del dottor Mohamed Abdu Gumeshi
che esercita la sua professione medica in San Michele all'Adige, alle
porte di Trento.
Durante la visita di quell'ospedale, costruito dagli italiani alla fine
del 1800, abbiamo potuto constatare le gravi carenze che si evidenziavano
ai nostri occhi. In particolare ci avevano colpito soprattutto la precarietà
dell'impianto idrico, la non potabilità dell'acqua erogata e l'assoluta
inaffidabilità della fornitura dell'energia elettrica la cui frequente
interruzione era causa di parecchi decessi in sala operatoria.
E' nato così in noi, in quel momento, il desiderio di risolvere
questi problemi di vitale importanza e migliorare così l'efficienza
e la vivibilità di quella struttura.
Fortunatamente era con noi anche l'amico ing. Mario Marchesini, esperto
proprio in queste problematiche, che ha immediatamente fatto i rilievi
tecnici del caso.
Naturalmente, per realizzare un progetto così ambizioso era necessario
disporre di risorse economiche rilevanti e così, una volta rientrati
in Italia, tutto il Coro ed i suoi sostenitori e simpatizzanti si sono
attivati, con entusiasmo, per una raccolta di fondi finalizzata all'acquisto,
al trasferimento in Asmara, al montaggio ed alla messa in opera di tre
cisterne in acciaio inox della capacità complessiva di trentamila
litri, con relativi gruppi di pompaggio, di un potabilizzatore e di due
gruppi di continuità per la sala operatoria.
Grazie ai concerti tenuti dal Coro per sensibilizzare la gente su questo
progetto, alla disponibilità di privati, Banche, Aziende Fornitrici
e non e soprattutto al determinante sostegno della Regione Trentino-Alto
Adige, è stato possibile raccogliere i fondi necessari.
Mentre l'infaticabile Elio D'Andrea si preoccupava dell'aspetto organizzativo
e finanziario dell'operazione, curando i rapporti con gli sponsor, con
l'Eritrea, non solo nella persona del dottor Wouldu, ma anche con lo stesso
ministro della Sanità dottor Saleh Mekki e con il console generale
in Italia, Signor Solomon Kinfe, l'aspetto tecnico e progettuale veniva
seguito dall'ingegner Mario Marchesini, dal P.I. Signor Giancarlo Caldara
con il contributo del signor P.I. Luca Tait.
In gennaio di quest'anno finalmente è stato predisposto il container,
stipato, oltre che con il materiale sopra descritto, anche con altri aiuti,
rappresentati da medicine, alimentari, vestiario e giocattoli offerti
da molti amici.
Il 12 di febbraio sono partiti alla volta di Asmara anche l'ing. Mario
ed il signor Elio, con l'obiettivo di realizzare le infrastrutture necessarie
per ospitare i manufatti prima dell'arrivo del container e di essere presenti
allo sbarco dello stesso presso il porto di Massaua, per curarne il trasferimento
ad Asmara ed il successivo scarico. Dopo una settimana sono stati raggiunti
dal Signor Paolo Giacomozzi e dal Signor Piero Casertano.
Immagini dell'Ospedale HAZHAZ
di Asmara, degli impianti, del gruppo e della targa ricordo (Tutte
le foto © Sandra ed Enrico Giglioli, 2004)
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Naturalmente esisteva un programma di viaggio ben definito che prevedeva
anche, ovviamente, la data di arrivo delle attrezzature in Asmara. In
tale coincidenza abbiamo programmato anche l'arrivo di un gruppo di altri
volontari per il montaggio e la messa in funzione.
Questi i personaggi: Signor Gino Morandelli, signor Paolo Rizzon e Signor
Paolo Zanghellini (coristi), Signora Carla, moglie dell'Ing. Mario, Signor
Giancarlo Caldara con moglie Carla, Dottoressa Cristina Lona, medico,
Signor Luca Tait e noi due, Enrico e Sandra Giglioli.
Purtroppo, proprio alla vigilia della nostra partenza abbiamo dovuto registrare
un grave lutto: una nostra conterranea, signora Elisabetta Vindimian,
assessore presso il comune di Lavis (TN), presente in quei giorni in Eritrea
con il marito per ragioni umanitarie, moriva proprio nell'ospedale HAZHAZ
per i postumi di un intervento chirurgico, peraltro perfettamente riuscito,
effettuato del dottor Wouldu. Naturalmente questa notizia ci ha molto
turbato ma ci ha anche maggiormente motivato a portare a termine la nostra
iniziativa.
Al nostro arrivo in Asmara abbiamo dovuto subire un pesante contrattempo:
il container era in grave ritardo, anzi, se ne erano perse addirittura
le tracce. Così, alcuni di noi dopo qualche giorno di inutile attesa
hanno preferito rientrare in Italia con il proposito di tornare per i
lavori, in presenza del container. Altri, noi compresi, hanno comunque
voluto fermarsi nell'attesa che 'sto benedetto container apparisse.
Al di la' di questo disguido, abbiamo potuto apprezzare la grande disponibilità
e l'attenzione che ci è stata riservata, altre che dal dottor Wouldu,
anche e soprattutto dal ministro della Sanità e da tutte le autorità
locali che a vario titolo erano coinvolte nella vicenda. Anche il Sindaco
di Asmara ha voluto riceverci per manifestarci la Sua gratitudine per
quello che stavamo facendo e per assicurarci il Suo interessamento per
la ricerca del nostro container. In particolare il Ministro ci ha messo
a disposizione un pulmino con autista per in nostri spostamenti. A nostra
volta abbiamo ingaggiato la cordiale ed efficientissima guida Ghilè
Ogbamichael, già conosciuta in occasione del nostro precedente
viaggio, e così, in ottima compagnia e con la migliore assistenza
possibile, abbiamo potuto ingannare l'attesa visitando l'Eritrea.
Abbiamo così ancora una volta subìto il fascino di quella
splendida terra, visitando luoghi incantevoli per la natura selvaggia
ed incontaminata come le Isole Dahlak, (che pesci, che coralli
),
o la valle dei sicomori presso Decamerè, o i monti desertici dell'altipiano.
Come non rimanere stupiti e meravigliati dai colori e dalla vivacità
del mercato di Cheren o dalla suggestione e dalla magnificenza dei palazzi
diroccati di Massaua? Come non commuoversi di fronte alla cordialità,
direi quasi all'affetto, con il quale siamo stati accolti da tutti gli
eritrei che abbiamo incontrato? Il padre del Dottor Mohamed, Signor Abdu
Gumeshi che vive a Cheren, ci ha accolto al nostro arrivo in città
e ci ha aperto la sua casa trattandoci come amici di sempre, e ci ha intrattenuto
con i suoi racconti, in perfetto italiano. Dopo essere stati ospitati
per il pranzo, non è mancato il rito del caffè, preparatoci
dalla mamma e dalla sorella di Mohamed. A Cheren siamo anche tornati alla
Madonna del Baobab, dove pregano, cosa assolutamente unica, cristiani
e mussulmani, accomunati da un' unica devozione.
Con viva emozione abbiamo anche incontrato in Asmara gli amici della defunta
signora Elisabetta e del marito signor Flavio Corradini. Sono questi,
frati missionari e suore di vari ordini, che svolgono una intensa, capillare,
importantissima attività di sostegno medico, alimentare e sociale
a favore degli strati più poveri della popolazione. Siamo stati
impressionati dalla profonda umanità e semplicità di questi
operatori che rappresentano una risorsa indispensabile ed insostituibile
per tutta l'Eritrea. Ricordo in particolare Suor Virginia, Padre Enrico
e Suor Eugenia Pilati di Lavis (TN) in Eritrea ininterrottamente da oltre
30 anni. Abbiamo anche visitato una Missione, retta da Suore Cappuccine,
non lontano da Cheren, dove opera, da oltre 15 anni, un gruppo numeroso
e molto attivo di volontari trentini provenienti da Vallarsa (Rovereto)
La settimana a nostra disposizione è così rapidamente ed
assai piacevolmente trascorsa, ma del nostro container, neanche l'ombra.
Le autorità, in primis il ministro, ci assicurano che è
stato rintracciato a Gedda in Arabia Saudita, dove la nave aveva fatto
scalo. Arriverà. Noi non possiamo più aspettare e torniamo
a casa lasciando sul posto, a presidiare il cantiere, l'inesauribile ing.
Mario con l'intesa che sarebbe stato raggiunto da Elio e da altri volontari
disponibili, al momento dell'effettivo arrivo delle attrezzature.
Come Dio ha voluto, dopo qualche giorno ecco che finalmente il container
viene trasferito da Massaua ad Asmara e sdoganato, con la puntuale e determinante
assistenza del ministero della Sanità.
Mario, Elio e l'ottimo Paolo Zanghellini (corista) con l'aiuto di maestranze
locali opportunamente istruite nel frattempo, procedono rapidamente all'
installazione ed al collaudo del tutto. Anche gli aiuti umanitari vengono
distribuiti.
Tutto funziona perfettamente e viene organizzata una cerimonia di inaugurazione
con scopertura di una Targa Ricordo: "La Regione Trentino-Alto Adige
ed il Coro Valsella hanno qui realizzato per l'Ospedale Hazhaz di Asmara
la potabilizzazione dell'acqua e la continuità del servizio elettrico".
Purtroppo dell'originario gruppo di viaggio, erano presenti solo i nostri
tre superstiti e così gli altri, io compreso, hanno dovuto accontentarsi
delle immagini riprese da una fotocamera e dei racconti dei nostri tre
bravissimi amici. Ci riferiscono così di una grande risonanza data
alla nostra opera, di una bella festa che ha ospitato la presenza di molte
autorità e di gente comune partecipanti ad un improvvisato "Buffet"
dove sono state offerte, oltre alle specialità locali, anche molte
apprezzatissime specialità trentine. Ci raccontano della televisione
locale che ha dato grande rilevanza alla nostra opera, del discorso del
Signor Ministro della Sanità che dichiara sentimenti di amicizia
nei nostri confronti e di apprezzamento per questo intervento capace di
risolvere in modo semplice ed efficace un problema che peraltro affligge
tutti gli ospedali, pare che siano 11, in Eritrea. Ci dicono anche che
lo stesso ministro manifesta esplicitamente la richiesta a noi rivolta
di occuparci anche degli altri ospedali, cominciando da quello di Massaua,
particolarmente carente. Adesso abbiamo imparato la strada e fatto molte
utilissime esperienze sul campo. Perché disperdere questo patrimonio
di conoscenze?
E' vero. La richiesta è molto stimolante. La sfida è grossa.
Non sarà facile trovare i soldi. Ma non dobbiamo fare tutto e subito.
Sandra ed io pensiamo che se non viene a mancare la forza trainante e
l'entusiasmo di Elio, e Mario e gli altri tecnici metteranno con grande
generosità il loro ingegno a favore di queste iniziative, il Coro
Valsella contribuirà certamente con il Suo prestigio e la Sua Arte.
Le Istituzioni, visto il successo di questa esperienza, ci daranno sicuramente
una mano. Se riusciamo a tenere alto l'interesse per questo Paese nelle
nostre comunità, allora sarà senz'altro possibile portare
acqua e luce in altri ospedali ed alleviare così i disagi dei degenti.
La nostra ricompensa consisterà nel privilegio di essere accolti
con affetto in quel paese e vivere laggiù esperienze di vita assolutamente
indimenticabili ed uniche.
Sandra ed Enrico Giglioli
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