Enrico
Mania non è più tra noi. Una delle voci più
autorevoli della nostra comune storia africana ci ha lasciati
il 15 gennaio scorso. Alla "sua" Africa aveva dedicato
buona parte della vita e benché le circostanze lo avessero
allontanato da più di trent'anni da quella terra, nella
sfera dei suoi interessi ne era rimasta il perno. Per trentacinque
anni è stato nel Corno d'Africa e precisamente ad Asmara
e Addis Abeba, e, prima ancora, per diciotto mesi, in Arabia Saudita.
Per il suo lavoro aveva ottenuto riconoscimenti prestigiosi, quali:
cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana; cavaliere
e cavaliere ufficiale dell'Ordine della Stella d'Onore d' Etiopia;
cavaliere ufficiale dell'imperatore dell'Ordine di Menelik II;
e ancora cavaliere e cavaliere ufficiale dell'Ordine al Merito
Melitense.
Aveva iniziato a scrivere nel 1950 per un giornale religioso Veritas
et Vita e per alcuni settimanali, divenendo corrispondente
delle testate italiane Il calcio e il ciclismo illustrati.
L'argomento preferito all'inizio era lo sport ma aveva cominciato
presto a cimentarsi anche con altri temi. Nel 1952, nell'anno
in cui l'Eritrea diveniva una Federazione unita alla Corona d'Etiopia,
veniva assunto come redattore sportivo a Il Quotidiano Eritreo.
Due anni dopo, nello stesso giornale assumeva l'incarico di corrispondente
da Addis Abeba. Nel 1955, tornato ad Asmara, diveniva responsabile
della testata, pur in incognito, fedele in tal senso alla tradizione
del sistema britannico di evitare di pubblicare in un giornale
governativo il nome del "direttore responsabile".
Per 35 anni, insomma, era stato nel "Corno d'Africa",
e qui aveva diretto, fino al febbraio 1975, Il Quotidiano Eritreo
e pubblicato la rivista illustrata Sestante, il mensile
in lingua italiana dell'Ethiopian Tourist Organization "ETIOPIA",
oltre a collaborare ad ogni edizione de Il Bollettino,
quindicinale della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura
dell'Eritrea. All'attività di giornalista si è affiancata
nel corso del tempo quella di scrittore. Tra le numerose pubblicazioni
di quegli anni possono ricordarsi: "Lo sport in Eritrea",
capitolo inserito nel volume di Giacinto Fiore Duecento pagine
sull'Eritrea; Dinamica dell'economia etiopica, scritta a quattro
mani con Edoardo Pollastri; Sguardo d'assieme dell'economia
eritrea pubblicata per L'ASMARA EXPO del 1969 e il libro Una
ragione in più per il progresso, uscito in occasione
del NATIONAL EXPO '72 la cui prefazione venne scritta dall'allora
imperatore d'Etiopia, Haile Sellassie.
Dopo il rientro in Italia, quasi a ricomporre un nuovo inizio,
era ritornato alla passione sportiva e aveva avuto l'opportunità
di pubblicare il libro Una città, una squadra Storia
della A.S. Roma, uscito in concomitanza con i cinquant'anni
di fondazione della società giallorossa (Editrice Fiorani,
1977). A Roma, dove nel frattempo si era trasferito, era entrato
all'ANSA divenendo capo-redattore della sezione esteri, e negli
ultimi anni, ormai in pensione, non aveva smesso di impegnarsi
anche come segretario dell'unione giornalisti pensionati, carica
che ha ricoperto dal 2001 al 2007. E di quanto questo suo impegno
avesse lasciato traccia, ne ha dato una conferma la sentita commemorazione
svoltasi nel febbraio di quest'anno nelle sale della Federazione
Nazionale della Stampa.
Gli anni della pensione gli consentirono finalmente, nel 2005,
di dedicarsi e di dare alle stampe il libro a cui aveva pensato
per tutta la vita, lamentando spesso l'assenza di trattazioni
specifiche sull'argomento: Non solo cronaca dell'acrocoro -
Dagli albori al tramonto del colonialismo italiano e l'eredità
in opere lasciata nel territorio. trent'anni di lotte e di distruzioni
per realizzare lo Stato dell'Eritrea (1870 - 1990) (APE, 2005).
Una ricostruzione dettagliata, per certi versi quasi puntigliosa,
delle vicende storico-politiche che hanno portato dagli anni del
colonialismo italiano alla costituzione dello stato eritreo, e
per molte delle quali era stato lui stesso dagli anni '50 in poi
testimone particolarmente attento. Sulla scia di questo volume,
nel 2009 per le edizioni MEMORI, nella collana Block Notes
ha pubblicato, con il sostegno della FNSI, il libro Storia
del giornalismo nel Corno d'Africa. Un'occasione per mettere
a fuoco e ricostruire le vicende del giornalismo, che lo avevano
visto protagonista, in quella parte di mondo. Ma il desiderio
di approfondire e di dar corpo, attraverso i suoi ricordi e le
collezioni di giornali, riviste, libri e documenti che con tanta
cura aveva conservato, ad una testimonianza storica di quanto
aveva vissuto non si era spento. Negli ultimi mesi di vita, pur
provato dalla malattia, progettava un altro libro del quale aveva
iniziato, con una miriadi di appunti, la stesura. L'auspicio è
che si possa pubblicare postumo, per omaggiare, un giornalista,
uno scrittore, un uomo che è stato capace di restituire
in materia viva la memoria di avvenimenti e storie non ancora
particolarmente frequentati dalla storiografia.
P.M.S.