LA
VILLA DI GAGGIRET
La mia infanzia è una veranda africana
affacciata su un giardino lussureggiante
popolato di essenze inebrianti,
piccoli suoni
All'ombra della grande palma saltella
un arcobaleno di pappagalli.
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RISVEGLIO
Mi svegliava un canto di donna
triste fra le jacarande.
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LA
PIOGGIA
La pioggia che scende
mi prende per mano
mi porta lontano.
incantata ritrovo i paesi
di un tempo, la mia infanzia
africana, la bouganvillea festosa,
l'acacia spinosa
degli eucalipti il riso
scrosciante nel vento
delle grandi pioggie la danza
ed il tempo
La pioggia amica mi lascia
la mano, ritorna lontano.
Ora che sento di essere ancora qui
respiro a fatica.
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8 Luglio 2004
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CERTEZZA
Tutto
tace.
Non mi rimane che il profumo
dei gelsomini
delle notti incantate del sud
quando nella risata gioiosa
di mia madre
certa vedevo balenare
la mia futura felicità.
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MIRAGGI
Il
giorno lentamente declina
lasciandomi immagini
miraggi sempre rincorsi
riflessi di cose non afferrate
nel silenzio della notte
poi ancora ritrovate.
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NEL
FRESCO DELLA SERA
Una
ventata di glicine mi accarezza
nel fresco odoroso della sera
sul mio viso nasce un sorriso
di ragazza africana.
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CORSO
ITALIA
I
pomeriggi di domenica al Corso
cicaleccio sotto le palme
un gelato al bar Impero e poi
di nuovo a passeggiare.
All'improvviso il crepuscolo.
Impazziamo come stormi
di rondini verso casa
mentre un rosso sole africano
si tuffa nella notte lasciando
in noi un senso inafferrabile
di amara gioia incompiuta.
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A
MIA MADRE TORNATA DALL'AFRICA
Giugno 1974
L'Africa
è lontana
e ancora aleggia
nei tuoi occhi il ricordo
di lunghe notti passate insonni
La iena fuori urla,
tedio di tutte le notti, unica compagna
delle tue veglie stanche.
E tu vorresti essere
nei campi selvaggi e sterminati
(struggente ricordo d'Africa!!)
sotto l'acacia ad ammirare
il colibrì intento a succhiare
il nettare breve della vita.
Ora sei qui,
gazzella tremante e spaurita.
L'Africa è lontana
e la lotta, perenne atrocità
della fame che incalza,
continua.
Hai perso in un solo momento
questa ingiusta inesorabile battaglia
ed i tuoi verdi anni.
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A
LETENEGUS
Ti annuncia il tuo passo,
lieve dietro la porta.
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Dedicata
a tutti gli Italiani, gli Eritrei e a tutti coloro che hanno amato
Asmara e l'Eritrea.
DOLCE PAESE
Lasciarti, dolce
paese delle alte palme,
è stato un po' come morire.
Soffrire, non riuscire a respirare,
desiderarti disperatamente
e mai trovarti.
Poi, cominciando a parlare
e scrivere di TE sono stata
un po' felice anch'io ...
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31 Luglio 2004
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17 Agosto 2004
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OLTRE
IL BOSCO
Asmara, nome di primavera,
di bosco fiorito.
Sono cresciuta all'ombra delle tue palme
senza paura del futuro.
Mi hai accompagnato, fanciulla,
lungo i tuoi viali fioriti,
dove forte e sicura discorrevo
con gli amici dagli occhi ridenti.
Con le tue nenie antiche,
hai cullato i miei sonni sereni
ed i miei sogni semplici.
Mani brune hanno accompagnato
il mio cammino.
Eri la mia isola felice,
il mio passato, il mio presente
Poi, quando ti ho lasciato
per fuggire verso l'ignoto,
tutte le certezze sono svanite.
Oltre il tuo sicuro bosco di eucalipti,
mi attendeva il buio . . .
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Dedicata
ad un'amica asmarina
UNA
TELEFONATA, UNA SERA ...
Attraverso il filo corre di te
ragazza una voce argentina
che suona di altipiani infiniti,
volti bruni, piante odorose nel vento.
Nel bel paese delle favole, culla dei
nostri rimpianti, gioie e dolori
tutto si è fermato ad aspettare
qualche ritorno, forse domani.
Rivivono con te le stagioni senza tempo
di piena se pur veloce gioventù
passata fra boschi d'euforbie
e sicomori ombrosi.
Domani, ragazza bruna, occhi di stella
prenderai ancora la tua bicicletta
per correre felice sotto le palme
nel sole di mille mattine.
Rincorrerai ridendo amiche
sotto le jacarande in festa dirai
che tutto è tornato come prima.
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26 Settembre 2004
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27 Novembre 2005
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