12
FEBBRAIO 2009
Un
brindisi a questo nuovo anno chichingiolato e grazie sempre per
il vostro costante e sincero affetto.
il C.
Evviva
il nostro Chichingiolo che oggi compie sei anni. Auguri!
È sempre rinfrescante e coinvolgente lentusiasmo
di chi ti sta scoprendo ora per la prima volta, grazie al formidabile
passa-parola potenziato dai mezzi informatici. Credo succeda un
po a tutti di rivivere attraverso i nuovi proseliti la gioiosa
incredulità che abbiamo provato a suo tempo allorché
tu, piccolo ma grande alleato, ci hai aiutato a ritrovare gli
amici dinfanzia, i compagni di scuola, i vicini di casa
di un tempo scomparsi nel nulla. È bello constatare anche
lentusiasmo di coloro, che pur non essendo stati direttamente
coinvolti nel nostro passato, lo hanno però vissuto attraverso
i ricordi dei loro genitori e nonni, nelleco nostalgico
dei loro racconti, talvolta mitizzati, e comunque sempre punteggiati
dal rimpianto per le preziose e fraterne amicizie perdute con
la partenza definitiva, per i panorami mozzafiato mai scordati,
per le polverose strade percorse allinsegna della spensieratezza
giovanile, poi bruscamente interrotta dal doloroso rimpatrio.
È entusiasmante e anche commovente la volontà di
alcuni di voler ripercorrere i sentieri dei loro nonni e genitori
per riscoprire un mondo al tempo stesso familiare e sconosciuto
e così facendo forse arricchire un poco anche loro stessi.
* * *
Caro
Chicchi,
Daniela ed io vogliamo rinnovarti gli auguri affinché tu
possa continuare a crescere gioiosamente e gagliardamente. Bisogna
fare gli scongiuri? Ma no, alla luce di quanto ti abbiamo già
estesamente esposto in "Occhio, Malocchio, Prezzemolo, etc."
dovresti proprio stare tranquillo! [chi, punto dalla curiosità,
volesse sapere a che cosa diamine ci stiamo riferendo, prosegua
nella lettura e troverà il pezzo qui sotto] Comunque, Daniela
ti preparerà, alloccorrenza, un bel guancialetto
di panno rosso con dentro degli ingredienti doc; nel frattempo,
però, tu metti in guardia il Capo-rale affinché
non si allarmi se gli capitasse di essere centrato alle spalle
da qualche consistente manciata di sale oppure se gli dovesse
capitare fra le mani un pacchettino postale contenente un cornetto
rosso; certo il ferro di cavallo sarebbe più carino, ma
è troppo pesante da spedire, per cui ti consiglierei di
cercarne un esemplare magari al mercatino rionale dellusato.
A questo punto credo che con tutti questi strumenti anti-jettatura
a portata di mano, tu dovresti risultare refrattario a qualsiasi
malia. Comunque, come ultima precauzione forse eccessiva, ma contro
il malocchio nulla è troppo, io aggiungo di mio un paio
di ftu, ftu (di fattura italica) che spero, nonostante
la lontananza, possa essere ugualmente efficace.
Ancora augurissimi!
Elvira Romano e Daniela Toti
(febbraio 2009)
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OCCHIO, MALOCCHIO, PREZZEMOLO E FINOCCHIO
& 'O FUNGO CINESE...
|
Daniela
ed io, tue fan sfegatate, abbiamo deciso ancora una volta di scriverti
in tandem perché tanto sappiamo che ti fa piacere. Qualche
tempo fa Daniela mi incuriosì accennando ad un suo pezzo
che si apriva con un titolo davvero stuzzicante, dove cerano
inclusi, pensa un po, oltre al prezzemolo, finocchio e fungo,
anche un pizzico di peperoncino; no, non era la ricetta per uninsalata
esotica, però visto che è il tuo compleanno, non
mi sembra giusto tenerti sulla corda, perciò passo, senza
indugio, la parola, anzi la penna, a Daniela.
Eccomi!
Già, era un po che mi allettava lidea di riproporre
certe stranezze che oggi nel nostro corri corri abbiamo
perso di vista, ma che poi tutto sommato non credo facessero male
a nessuno. E allora il titolo: Occhio, Malocchio, Prezzemolo e
Finocchio & 'O Fungo Cinese
. con un po di peperoncino
che non guasta mai.
La
mia nonna paterna, vecchia coloniale nata nei primi
anni del secolo scorso a Cheren (articolato bacino dincontro
di superstizioni, scaramanzie e tradizioni) aveva la fissa del
malocchio, potere malefico dello sguardo di certe persone invidiose
e ostili. Rimedio del tutto efficace per contrastare qualsiasi
malocchio erano, a suo dire, dei sacchettini quadrati da 2 cm
di lato, rigorosamente rossi, che lei preparava imbottendoli di
erbe misteriose e che quindi ricuciva a perfetto sigillo del suo
contenuto. Perché poi lefficacia fosse certa in assoluto,
completava lopera attaccandoci sopra anche una medaglietta
della Madonna (se-non-luno-certamente-laltro), quindi
con una piccola spilla da balia appuntava i sacchettini alla nostra
canottiera, là dove inizia la bretella.
Chi potesse lanciare un malocchio su tre bimbette innocue non
è dato a sapersi.
Erano i tempi in cui era così e basta.
Da piccole il dettame era: bagno in vasca mercoledì e sabato
e gli altri giorni lavaggi serali di tutte le parti lasciate scoperte
dalla canottiera, che andava tenuta addosso.
Perché? Non è dato a sapersi.
Erano i tempi in cui era così e basta.
Allenergico lavaggio del collo, delle ascelle e del resto
la canottiera si bagnava regolarmente e di conseguenza anche il
sacchettino rosso, che rilasciava da bagnato leffluvio del
suo contenuto. Ti sembrava allora di scoprire che gli ingredienti
misteriosi comprendessero aglio? cipolla? prezzemolo? chiodi di
garofano? peperoncino? Il mistero ci intrigava! Nonnina,
ma cosa cè qui dentro? Cose contro il
malocchio! Non levarlo mai!.
Erano i tempi in cui era così e basta.
La stoffa bagnata rilasciava colore per cui le canottiere erano
tutte macchiettate di rosso e a nulla valevano le vigorose insaponate
cui la nostra lavandaia Giovannina le sottoponeva il lunedì,
giorno di bucato, quando il sapone di Marsiglia profumava contemporaneamente
aria e biancheria...
Anche la nonna materna, arrivata nel 1936 direttamente dalla Marca
Trevigiana, non era da meno in quanto a scaramanzie e quando veniva
il dottore in visita, lo riaccompagnava alla porta premunendosi
di un pugnetto di sale grosso che poi gli lanciava dietro le spalle
una volta uscito dal cancello. Il sale grosso avrebbe dovuto impedire
al medico di tornare e quindi a noi di non aver più bisogno
delle sue cure mediche. Il buon Dottor Dionisio, nostro medico
di famiglia, se nera accorto da tempo, e ricordo benissimo
il suo sorrisino sotto i baffi di quella volta quando evidentemente
un piccolo proiettile salato lo aveva colpito alla schiena. Noi
bambine non si chiedeva il perché del rito alla nonna.
Erano i tempi in cui era così e basta.
Dal 57 al 60 abitammo un appartamento sopra il lavasecco alla
rotonda del Bar Zilli. In cucina un bel giorno apparve una boccia
di vetro con dentro un alieno, quasi una medusa, immerso in chai
zuccherato. Era arrivato a casa o fungo cinese. Non si comprava,
quando faceva i figlioletti, questi venivano passati da famiglia
a famiglia, ed era la panacea: curava la cirrosi epatica e il
cancro, già favoriva "amore, concordia in casa, senso
di ottimismo e fiducia, feconda distensione..." Lo bevevamo
tutti e aggiungevamo altro chai perché la boccia fosse
sempre piena.
Si può includere il fungo cinese tra i protagonisti di
occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio? Beh, laurea della
pozione magica laveva tutta!
Fu talmente diffuso e famoso che La Domenica del Corriere vi dedicò
una copertina con un disegno del mitico Walter Molino, mentre
Renato Carosone ne fece addirittura una canzunciella, che grazie
ai magici mezzi di cui oggi disponiamo, ho ritrovato su youtube:
Artist:
Renato Carosone
Title: Stu Fungo Cinese!
Strofa:
È giunta da Pechino
int a nu vaso
na cosa misteriosa.
Nun cè bisogno cchiù di medicine,
lha detto un mandarino
che lha purtata ccà!
Ritornello:
Stu fungo cresce, cresce, dinto o vaso
e chianu, chianu fa
nu figlio o mese!
Quanno na sposa
beve linfuso
sente na cosa
e dice: uè!
Cosè,
cosè, cosè, stu fungo cinese?
Che
cresce, cresce, cresce, cresce dinto o vaso
e chianu, chianu, trase, trase, trase
dinto o core
e dinto o core
cresce ammore mio pè tte!
e ammore tuio pè mme!
cò o fungo cinese!
Nun piglià penicillina,
manc a streptomicina,
piglià o fungo ogni matina!
Ma stu fungo è traditore
comm a femmena in amore
ca si nun a saie piglià
chella piglia e se ne va!
Chella piglia e se ne va!
Bella,
Daniela, la canzunciella che anche a leggerla mette
addosso tanta allegria e mi piace anche la tua frase-ritornello
erano i tempi in cui era così e basta. Infatti,
per bloccare le energie nefaste di certe persone e la carica di
influenza negativa di certi jettatori, o presunti
tali, era imperativo agire subito, con i mezzi a portata di mano,
fossero essi manciate di sale o guancialetti porta-amuleti, cornetti
rossi, di corallo formato ciondolo o di plasticaccia formato gigante
da appendere in casa. Chi aveva unascendenza medio-orientale
sostituiva il cornetto con il segno dellocchio blu-turchese,
mentre i più avventurosi optavano per laffascinante
alternativa del fungo cinese, panacea allettante che giungeva,
nientepopodimeno!, dallestremo oriente. Rimaneva sempre
valido, seppur modesto e prosaico, il vecchio ma simpaticissimo
ferro di cavallo, attenzione però anchesso aveva
il suo segreto: la sua efficacia consisteva, infatti, nell
appenderlo con le punte rivolte verso lalto (pensare che
io lho sempre visto appeso esattamente al contrario, cioè
con larchetto in alto...si vede che la sfortuna non si accanisce
sugli ignari). Infine, una parola meritano anche gli ...sputi.
Chi ha visto qualche anno fa il film Il mio grosso, grasso
matrimonio greco (My big, fat Greek wedding),
ricorderà lesilarante scena della giovane sposa greca
che, mentre percorre al braccio del padre la navata della chiesa
ortodossa verso laltare dove laspetta lo sposo, viene
bersagliata, tra la costernazione indescrivibile dei futuri suoceri
anglosassoni, esterrefatti e totalmente ignari delle usanze, dagli
sputi simbolici dei parenti ed amici che mormorando ftu,
ftu cercano di annullare leffetto malocchio degli
ammaliatori.
Insomma i metodi e le risorse per bloccare il malocchio sono svariati,
quanto alla loro riuscita...beh!, quella rimane una questione
totalmente soggettiva.
A questo proposito mi sono venuti in mente un paio di ricordi.
Il
primo risale a quando, acquistata la villetta in Viale Marconi,
vi traslocammo e, per festeggiare levento, i miei genitori
invitarono ad un rinfresco i parenti e gli amici più cari.
La sera della festa si presentò, non invitata, anche una
compaesana di mio padre, una vedova molto avanti con gli anni,
minuscola e di una magrezza spaventosa. Rigorosamente vestita
di nero, aveva gli occhi piccolissimi dallo sguardo pungente come
spilli e le labbra amaramente serrate che solo rarissimamente
e con fatica si stiravano in quello che sarebbe dovuto essere
un sorriso, ma che si avvicinava più ad una smorfia contorta,
era come se lattimo di allegria le procurasse sofferenza
fisica. Dentro di me lavevo soprannominata la strega
e mi era così antipatica che quando la vedevo cercavo sempre
di starle il più lontano possibile.
La sera della festa la donnetta si avvicinò a mio padre
e dopo avergli stretto la mano, gli porse un sacchetto di carta
contenente un cornetto rosso che, come lei ebbe a dirgli con tono
cupo, doveva essere appeso sopra la porta dingresso per
bloccare il malocchio degli invidiosi. Con aria seria e fare compunto,
mio padre accettò il dono; poi, notando il mio sguardo
interrogativo e preoccupato, mi telegrafò di soppiatto
e con laria del cospiratore, quella sua strizzatina docchi
che aveva ogni volta il potere di rassicurarmi e di restituirmi
il buonumore.
Contrariamente alle aspettative di chi laveva regalato (che
per fortuna non ritornò mai a verificarne la sistemazione
suggerita) il cornetto sparì. Riemerse tantissimi anni
dopo, dal fondo di un baule dove era stato relegato insieme a
cianfrusaglie varie. Chissà se anche così destituito
e snobbato aveva svolto la sua funzione di para-malocchio? Non
lo saprò mai...
Laltro
episodio che è riemerso dal pozzo dei ricordi riguarda
una mia coetanea che qualche anno più tardi rimpatriò
facendo purtroppo perdere le sue tracce. La sua nonna paterna
sosteneva che la nipote, che soffriva di feroci mal di testa,
era stata colpita dal malocchio che occorreva debellare al più
presto e così per caso mi ritrovai ad assistere alla singolare
cerimonia di rimozione dello stesso. Accadde nel corso di uno
dei tanti stupendi pomeriggi di sole che ci regalava Asmara in
qualsiasi periodo dellanno. Stavamo giocando in giardino,
quando la vecchia signora si affacciò alla finestra e con
tono perentorio chiamò la nipote che, controvoglia e strascicando
i piedi, rientrò in casa seguita da me. Fatta sedere la
nipote sopra una vecchia seggiola impagliata, la vecchia le appoggiò
sulla testa un piatto fondo pieno a metà dacqua,
poi facendo dei segni di croce, vi versò alcune gocce di
olio recitando, a voce bassa e cantilenante, delle frasi incomprensibili
che sembravano preghiere. Purtroppo non potevo vedere cosa stesse
succedendo dentro il piatto perché la mia statura non mi
permetteva di allungare il collo più di tanto e poi perché
madre, zie, cugine, accalcate intorno, formavano un solido sbarramento.
Ascoltavo però i loro commenti sibillini, intercalati da
esclamazioni sulle dimensioni delle bolle che tutte coralmente
sostenevano essere un segno irrefutabile del malocchio di cui
era affetta la ragazzina. Non so se la cerimonia riuscì,
però ricordo che qualche tempo dopo la mia amichetta si
presentò a scuola inforcando un bel paio di occhialini
dalle lenti molto spesse e da quel giorno i malditesta sparirono
come dincanto. Era soltanto miopia...?
No,
Elvira, ma
non erano i tempi in cui era così e basta?
Elvira
e Daniela
(febbraio 2009)
_ _ _ _ _ _
Caro Chichingiolo,
Pensavi che ci fossimo dimenticati? Anche se gli anni passano...sai
mangiando del gran pesce (almeno qui a Tripoli) un po' di memoria
rimane e siamo ben contenti di celebrarti.
L'anno scorso facevi registrare trecento mila visitatori, oggi
oltre mezzo milione. Che record!!!
Sicuramente se ne aggiungeranno altri perché le sensazioni,
le emozioni sono sempre tante
e continuano a tenerci uniti. Quest'anno forse a causa della recessione
mondiale noi collaboratori usuali abbiamo perso qualche colpo
ma ci rifaremo quest'anno. Promesso (non da marinaio però).
Grazie e tanti cari Auguri.
Franco Caparrotti
(11/09/2009)
_ _ _ _ _ _
Carissimo C.,
volevo farti anch'io gli auguri più sinceri e come tutti
gli anni... il chichingiolo è sempre vivo e non subirà
mai battute d'arresto.
Un affettuosissimo abbraccio.
Riccardo Weiss
Mi unisco anch'io ai tanti per farvi molti auguri e congratulazioni:
continuate così.
Anna Narrante
Auguri Chichingiolo,
quanta compagnia mi hai fatto!
Grazie, grazie davvero,
Zizzo
Proverbio Africano: L'occhio non mangia l'arancia ma sa che è
dolce.
Tanti auguri di buon compleanno ar Chichingiolo!
Nevio De Vido
Augurissimi al nostro CHICHINGIOLO e che ci porti ad incontrare
tanti amici al prossimo Raduno!
Toni Cianci
Vi e mi auguro che arriviate a 200, come Darwin oggi.
Luigi Ferruccio Bonifacio
(12/02/2009)
Hei, non ti montare troppo la testa. Auguri e tanta salute a te
e a tutti i chichingioli.
Antonio Rapicavoli
Unisco i miei auguri ai tanti già arrivati
Gianfranco Freddi
(13/02/2009)